Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933
L'Andreana 3 5 1 ziana doveva aver detto : « C a n t i a m o una bota per uno » e la malata doveva aver incoraggiato le donne che l'assistevano a cantare una bota per uno. U n a diceva : « Questa xe l a prima sera - che bisogna fare i l fogo » ; riprendeva la donna accoc– colata ai piedi della signora, decisa a divertirsi con n u l l a : « Questo è il tempo delle aringhe - i n mare i le p i j a , in p i a z z a i le vende » ; la donna che s'appoggiava alla parete entrava nel gioco con una riverenza o bel repeton a cui la malata rispon– deva con un lieve cenno del capo : « I le vende a buon mer– cato - paron Bepo qua n'ha mandao. » F u a questo punto che la viaggiatrice spinse la porta ricordandosi di dire i n per– fetto chioggiotto (era su per giù tutto quel che sapeva): — Cossa xeli sti sussuri, sti cianciuri, sti birinti? E la nuova venuta restò in mezzo alla stanza senza sor– riso, senza gesto, immobile e fiera, in attesa che le si rivolgesse la parola, le si dicesse di fare un passo verso la poltrona da cui s'impartivano gli ordini forse con poche misurate parole. D u n – que la M i a Felice non era ancor morta. E r a così v i v a che le pia– ceva di sollazzarsi come una bambina con donnette di calle che cantavano San M a r t i n o fuori stagione, ed eran pronte a tutti i servigi. C i ò che stupì la nuova venuta furon quelle mani della z i a Pagan divenute nere come le mani della m u mm i a d'un vescovo e quella strana dentatura rimasta bianca e forte, anima– lesca, quasi perfetta, che dichiarava e ratificava la M i a Felice sanissima i n bocca. . — Credevo che non venissi, — cominciò la vecchia i n i t a – liano e non in dialetto, con una punta quasi d'ironia per la parente che aveva parlato una lingua non sua. — V e n g a a v a n – ti, si faccia vedere. Sei proprio tu, l'Andreana? N o n si baciarono; e l a nuova venuta comprese anche que– s t o : che ci si p u ò rivedere dopo venti e dopo q u a r a n t a n n i sen– z a baciarsi e senza neanche darsi la mano. — Portate una sedia, — fece la vecchia rivolgendosi a una delle donne, scegliendo proprio quella che era incinta, e v o l – le che la sedia fosse qui alla sua destra e non volgesse le spalle alle donne (che non dovevano andarsene e nemmeno mutar po– sizione). — V a bene, siediti qui. O r a mi dirai se h a i fatto buon viaggio. b . — Siora àmia, — stentò la viaggiatrice incaponita a par– lar la lingua non sua, — dasseno.... go fato.... go fato.... Siora àmia fece una smorfia. N o n le piaceva questa eoe-
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