Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

3 4 « M. Moretti che volesse dare una prova di stima e d'affetto lasciando per una o due settimane questo piccolo grande tesoro a qualcuno di cui si fidava. Chiudesse subito subito, e non una parola al patrigno. — V i v i tranquilla. E in testa che cosa ti metti? — Niente, niente: la « p u n t a » di velo. — H a i una valigia decente? N o n era « decente », pesava così così, ma l'avrebbe certo portata alla stazione i l suo N o n d o . E invece la p o r t ò l'automo– b i l e : che Nondo, si sa, aveva voluto far quest'ultima grandez– zata, approfittando della confusione : al momento buono fa trovar l'aborrita automobile davanti al cancello. A l l a stazione, u n ' a l t r a sorpresa: alla stazione, quando scese dall'automobile con la sua sacca da viaggio, ecco la ballerina che le muove i n – contro per renderle omaggio. P o i , nella sala d'aspetto di prima- seconda, con bene i n vista i l suo biglietto di terza, la partente a v v i a i l discorso sul primato di C h i o g g i a , con l'intenzione di far dispetto a Comacchio. ( C o r n a c c h i e C o m a c c h i o ! L a viaggiatrice sta per Chioggia, perché p i ù « leale ».) Q u a n – do i l treno arrivò, lei era pronta s u l marciapiedi, risoluta, quasi autoritaria, diritta. Nondo adocchia subito i l posto per lei e lei approva, accetta, sta per salire, ma poi vede che, due o tre vagoni p i ù in giù, ci son dei marinai ai finestrini e fa u n cenno verso quei b r a v i figlioli per dire che lo scompartimento se lo sceglie da sé: da questa parte.... S i sporge dal finestrino, si sente a posto, è tranquilla. — B u o n viaggio.... — comincia A n i t a con una gran v o – glia che questo treno si rimetta i n moto, si levi di torno. A l l o r a N o n d o prova d'alzarsi i n punta di piedi dovendo dire, sottovoce, u n ' u l t i m a cosa alla sposa che parte. — Sai che son riuscito a togliere a G e n t i l i B r u t o i l paron del T i me vedi? G l i darò p i ù di settecento b r a v i scudacci, per la sistemazione della barca, al paron del T i me vedi. - L ' Andreana, raggiante, approva, ringrazia e domanda perché non si v a . — C a r i c a n o del pesce, — l ' A n i t a risponde. E fa una smorfia antipatica: — Sempre così, nella nostra stazione! I l treno impigrito si scuote e la viaggiatrice sobbalza, per– ché s'è abituata all'idea del commercio e del pesce da caricare e vorrebbe quasi che le casse fossero molte. S i volge subito alla ballerina, sorride e le dice: — M i raccomando la mia A n i t a .

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