Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

già, un contrabbasso! : i l professore aveva certo voluto « ren– dere onore a Sua Maestà i l Contrabbasso ». — Vedete, amor mio, questo che suona i l contrabbasso è T i z i a n o Vecellio, questi due che suonano i l p i ù modesto v i o – loncello mi paiono bene T i n t o r e t t o e lo stesso Paolo V e r o – nese, e i l flautista non mi ricordo chi sia, ma un pittore degno dei musici. Se un giorno v i ritroverete i n questa stanza con l u i , diteglielo che avete fatto questa scoperta, che i l professore di contrabbasso è T i z i a n o . Farete una bella figura. D i colpo afferra le braccia della fanciulla, l'attira a sé, le mette gli occhi negli occhi, come per farle paura. — C h e cosa c'è stato fra voi? — E stringeva p i ù forte. — ....Soltanto? — Soltanto, soltanto, — p i a g n u c o l ò la ragazza che si sentiva disprezzata per aver amato, per essere stata abbagliata, ammaliata, soltanto. L a ballerina, disgustata, lasciò le mani del– la sua amica, come se la lasciasse alla sua sorte. A n i t a sussultò: — Sono vergine. Ebbene, Mascia, v i faccio schifo? Per– ché mi guardate così? — Lasciate andare, — rispose la ballerina seccamente, e a l z a v a le spalle. Chiese poi con una punta d'acredine: — Sapete della sorpresa che v i sta preparando i l patrigno? — U n a sorpresa? — Vedrete uno di questi giorni. U n o di quei giorni, cioè in settimana, verso le cinque del pomeriggio, N o n d o entra i n casa inciampando i n una prima, poi i n una seconda sedia, in un tavolinetto di v i m i n i , gestico– lando, gridando, e la moglie era l ì che non capiva o capiva tutt'al p i ù ch'era successa una grande disgrazia. — Presto, si vestano. Andreana, vestiti. A n i t a , vestiti. Si va a fare una passeggiata: su, presto! Quando mai un pescivendolo porta a spasso la moglie e la figlia? S'è mai visto i l gruppetto della famigliola a passeg– gio con a capo i l « nostro maggior pescivendolo » ? L a moglie guardò il marito con raccapriccio come se nel frattempo quello fosse insanito. M a l u i la prese per un braccio, la p o r t ò alla fi– nestra, le indicò la macchina davanti al cancello, le fece capire, un po' a gesti e un po' a mugolii, che il meccanico era i l p i ù giovane garzone di conserva, che aveva avuto la patente i n quei giorni, le fece fare una piroletta e, per l'ultima volta, le i n t i m ò d'andarsi a « c a m b i a r e » .

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