Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

3 3 6 M. Moretti — Sì, è l u i . Come fate a saperlo? — L a ballerina affer– ra il libro e lo sfoglia. — Scrive come u n angelo. M a i l cuore femminile, credete, i l cuore femminile, quello gliel'ho fatto co– noscere io. Q u a n d o la fanciulla, intimidita, incantata, le chiese come una grazia di venire al v i l l i n o , di veder la sua stanza e la stan– z a dell'artista scomparso, Mascia parve schermirsi con p u d o r e : un misterioso sorriso increspa i l corallo della bocca ben dise– gnata. — N o n così, non così, N o n si fan visite i n pigiama. V i pare? C h e direbbe vostra madre, la moglie del nostro maggior pescivendolo? ' • ' E i l giorno dopo si presenta al v i l l i n o tutta vestita di b i a n – co, semplice e fine, con una graziosissima calottina nera che le copre quasi tutto i l biondo sfacciato, con nient'altro al collo che due modeste file di perle cinesi. Disgraziatamente, h a u n compagno. L e fa da cavaliere servente nientemeno che L u i s o n B a l l a B a l l a , i n pessimo arnese, z i o dell'elegantissima dama per parte di madre, e possessore d'una di quelle barchette con r a – gno così piccole e invalide che possono pescare solamente i n ca– nale : Mascia si presenta, — come dice, — « a m a m m à », avver- • tendo che questo povero L u i s o n B a l l a B a l l a lo ha raccattato per la strada e gli ha detto : « V e n i r e con me » . — Sì, — assicurava lei i n saletta da p r a n z o , — i l p r o – prio paese, i l proprio paese e nient'altro. I o ho girato mezzo mondo per la mia professione, ma i l mio paese mi è piaciuto sempre di p i ù . Tenete a mente, caro z i o , caro i l mio L u i s o n B a l l a B a l l a , u n canale come il nostro, all'estero n o n c'è, non ce l'hanno. — C h e ne dite? — chiedeva compiaciuto lo z i o indican– do la bellezza della nipote. — N o n è u n « bel pennello » ? — V o s t r a figlia, ecco una signorina intelligente, ben– ché non sia ancora uscita dal guscio. M a per uscir d a l guscio bisogna aver la disposizione adatta, una specie di vocazione, come l'avevo io quando capivo che i l canale era bello, bellissi– mo ( i l nostro canale!), ma era per la barchettina di L u i s o n B a l l a B a l l a e non per me. — Q u a n d o partite? — chiese la padrona di casa che n o n aveva ancor messo parola. — O r a che ho trovato un'amica, m i tratterrò a l t r i dieci

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