Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933
3 3 4 M. Moretti del v o i i n quel modo tutto speciale che u n po' incanta e u n po' disorienta. Mascia ( M a r i a ) d a v a del v o i a tutti, a u o m i n i e a donne, a ricchi e a poveri, a forestieri e a paesani, i n cielo e i n terra, e A n i t a capiva che non c'era n u l l a da comparare alla grazia di questo strano v o i dell'artista di teatro e della donna amica degli u o m i n i . E r a u n voi molto diverso da quello che nelle famiglie dei poveri i figlioli d à n n o al padre e alla madre, da quello che si davano fra loro i pescivendoli quando si letica– vano, p i ù ancora da quello che quasi per rispetto e per gratitu– dine la madre della fanciulla continuava a dare a l secondo marito. — Contrabbasso? Strumento u n po' ingrato. G u a r n e r i o non ha fatto mai contrabbassi. I o pure ho avuto u n grande amore i n orchestra, ma era un Guarnerio, u n v i o l i n o , ed è per– ciò che so queste cose. N o n v i venga la voglia di fare la balle– rina (meglio l'aviatrice) con tutte queste russe che sono i n g i r o : la M i c a i l o v a , la Stupidova.... D a principio ho fatto parte d'una compagnia russa che di russo non aveva altro che i l nome, « L a T r o i k a », e l a v o r a v a nei cinematografi. E m'è rimasto i l nome di Mascia. M a quante volte m i dicevo : « Meglio se m i avesse mangiata la troia da piccola! » . P o i , se ho avuto u n po' di fortuna, credete a me, è anche perché ho una discreta vocina 0 perché sono abbastanza elegante. C o n l'arte sola, amichetta mia, anche a saper eseguire a perfezione la morte del cigno.... — C h e cos'è la morte del cigno? — Musica di Saint-Saèns. Sedetevi qui. O r a v i d i r ò tutto. Sedevano sulla stessa sabbia, all'ombra d'una tela bianca che v i b r a v a come una vela. G u a r d a v a n o i l mare senza interes– se, come si guardano senza interesse le cose troppo belle, « bello troppo liscio », risaputo, e l ' u m a n i t à accampata seminuda o ve– stita di colori sfacciati, di scarlatto o di giallo, tra cui l ' i n f a n z i a veniva depositata al limite della rena asciutta come salvata dalle acque. T r a t t o tratto la ballerina dava l'impressione di voler troncare le chiacchiere i n u t i l i , a l z a r s i quasi di scatto scartando le bagnanti strette nelle loro magliette aderenti al torso e ai fianchi come squame di pesce, e andare incontro a u n gruppo d ' u o m i n i seminudi, uno dei q u a l i l'aveva attirata per quella gran macchia nera nel petto. U n a v o l t a si tolse i l sandalo d a l piede sinistro, a l z ò la gamba e m o s t r ò u n piedino piccolo e roseo con unghiette divinamente tagliate e dipinte da parer foglie di rosa, e diceva che 1 « souliers de danse » vengono sì da P a r i g i , ma lei conosceva
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