Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933

I D E S I D E R I I . Desiderii e nuvole s'assomigliano. L i v i d i i n alto, ma na– scono i n basso. Sorgono i m p r o v v i s i , vanno e vengono, m u t a – no forma e colore i n pochi i s t a n t i ; ora stagnano p i g r i , ora fan t u m u l t o ; rapidi scompaiono. P i ù spesso si risolvono i n p i o g – gia. O i n pianto. Sempre i l loro gioco t i diverte, se non sei della partita : lassù a volare, q u i a volere. T e m p o fa m i trovavo i n una vettura della Ferrovia sot– terranea d i Parigi. E r o i n piedi per la gran ressa e m i tenevo stretto ad u n sostegno per non barcollare agli strappi d i quella corsa fulminea. A l l a mia destra, seduto, stava un giovane v i – goroso ed elegante i l cui v o l t o fine, ma precocemente arido, d i – ceva una v i t a ricca solamente d i piacevoli o z i e d i capricci. Leg– geva u n giornale e se pareva m o l t o interessato alla lettura, p i ù spesso alzava g l i occhi per guardare fissamente una bella si– gnora che g l i sedeva d i fronte. D o p o ogni occhiata serrava forte le mascelle, i n una specie d i tic, amaro e indispettito. Nei suoi occhi non passava l'ombra d ' u n sorriso né la malizia felice della g i o v e n t ù ; freddi e prepotenti, esigevano l'atten– zione della donna la quale non chiedeva quello sguardo, ma l o sfuggiva, anzi, d i proposito, con bruschi m o t i del capo. Che insistesse per u n po' nel suo giuoco, si comprende. Se una donna evita d i guardarti, è già buon principio nella l o t t a amorosa. P u ò accusare timore, confessar debolezza. Quella che non t ' a m e r à mai, t i guarda tranquilla e quasi non s'avvede d i te. M a la donna non era sola e l ' u o m o che l'accompagnava si sarebbe, prima o p o i , accorto dell'attacco. U n o stato d ' a n i – mo inquieto non si cela a l u n g o : presto qualcosa l o tradisce, • anche senza le parole. È u n moto insolito, u n ritmo diverso

RkJQdWJsaXNoZXIy