Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933
/ poeti della Venezia Giulia 1 4 5 I n t a n t o , nella dinastia d i poeti iniziata con Giovanni Tagliapietra, si affermava, con Nella D o r i a Cambon, nel sa– l o t t o della madre, la terza generazione. Era i n lei u n tempe– ramento sconcertante per repentini sbalzi d i tono, quasi a re– gime torrentizio, ma sostenuto da un impeto lirico, da una risoluta e caparbia fiducia nella poesia, che pochi a Trieste com– presero. Strana figura d i donna questa poetessa, e fortemente segnata d ' i n d i v i d u a l i t à : d i singolare elevatezza, i n una gio– vane e bella signora della fine del secolo decimonono, anche le letture predilette, Dante, la Bibbia, M a z z i n i , G i o b e r t i : onde da una poesia affettiva i l suo tendere a una poesia addensata d i pensiero, che presto assunse forme vaticinanti. I n alcuni suoi versi ella seppe far vibrare potenza spirituale, tesa, inar– cata su ampii o r i z z o n t i . F u sfiorata dal d ' a n n u n z i a s s i m o e ne serbò la vocalità, senza potersi dire propriamente una d a n – nunziana : p i ù tardi, per essersi immersa nello spiritismo e nelle dottrine esoteriche, anche la sua poesia ebbe qualche ac– costamento, non p e r ò formale e d'imitazione, a quella d'Ono- f r i . Conviene, nella vasta opera disuguale d i D o r i a Cambon, cogliere i momenti d i vera i l l u m i n a z i o n e : sono m o l t o rag– guardevoli, e v i spira, incitante o profetico, i l soffio del nume. F . • L ' O R A N U O V A . S'incomincia a uscire, iniziandosi i l nuovo secolo, dal t r a n q u i l l o , diligente alveare che era divenuta la poesia trie– stina. I poeti della giovane generazione a poco a poco segna– no u n distacco. I temi d'obbligo prescritti dall'irredentismo, storici, descrittivi ed invocativi, coordinanti la poesia al moto comune dell'anima politica, suonano ancora, ma r i n n o v a t i . L ' i s t r i a n o Giovanni Quarantotto celebra i n sonetti le piccole città della sua terra, ma su lo schema carducciano s'innestano i m o d i delle d'annunziane Città del Silenzio; M o r e l l o T o r - respini subisce l'influenza del d ' A n n u n z i o , che p i ù t a r d i g l i d a r à i l m i g l i o r f r u t t o nella « Canzone » per la venuta d e l l ' I t a – lia a Trieste; u n istriano ancora, morto a vent'anni, Renato R i n a l d i , i n cui u o m i n i colti come i l Pasini e Baccio Z i l i o t t o vedevano promesso i l maggior poeta che avesse avuto l ' I s t r i a dopo i l Besenghi, scorge i l v o l t o del suo paese, città e cam– pagne, con u n ' i n t i m i t à spirituale che è costante riflesso del Pa– io. — Pègaso.
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