Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

LETTERA A UNA SIGNORA, SUL MIGLIOR MODO DI LEGGERE UN LIBRO. - Non ho niente da leggere. Lei che scrive, mi consigli un libro da leggere. Che c'è di bello tra, i libri nuovi ? Lodevoli domande, signora mia, ma l'una più ingenua dell'altra. Prima di tutto non chieda a uno scrittore consigli sui libri da leg– gere. Se ha da -studiare, forse; ma se vuole distrarsi, commuoversi o soltanto riposarsi nella lettura, no. Chi fa la professi-0ne di scrivere, ·quasi mai legge un libro per uno di quei tre umani motivi pei quali lo leggerebbe lei e pei quali romanzi e racconti (dicendo libro ella vuol dire romanzo) sono, o dovrebbero essere, scritti. Nel caso migliore egli legge per imparare a scrivere, visto che questa nostra è un'arte difficile, e lo &tesso Leopardi avvertiva che la lettura è per l'arte dello scrivere quel che è l'esperienza per l'arte di vivere nel mondo e di conoscere gli uomini e le cose. Ma non creda s' incontrino oggi molti scrittori mo– desti quanto il Leopardi. Mettiamo cinque, e cambio discorso prima, ch'ella, arrischiata com'è, mi chieda i nomi. In ogni modo questo caso non fa per lei. Nel caso peggiore, che è il più frequente, il povero scrittore legge libri per tenersi al corrente, com'è il suo malinconico dovere e, se proprio non è angelico di natura, un libro sciocco firmato da un collega, noto se lo mastica forse con più gusto d'un libro sapo– rito. Nel ris,pondere dunque alla sua domanda, egli non perderà tempo a •scegliere il libro a lei più conveniente ma, nove Yolte su dieci, le indicherà, un libro che sia piaciuto a lui o che gli faccia far bella figura, anche ,se dubiti assai ch'ella possa giungere sveglia all'ultima pagina. Quanto alla seconda domanda, sul pj.ù bello dei libri nuovi, ella, scusi, .legge un libro per raccontare d'averlo letto e per mostrarsi anche nelle letture ,sulla prima linea della moda come fa coi vestiti, ovvero lo legge per le suddette buone ragioni, di divertirsi, commuo– versi e quas,i rifocillarsi lo spirito ? Questo criterio dell'ultima novità è in letteratura, di scarsa soddisfazione. Il libro infatti è come una persona. Inviterebbe ella a casa sua ogni faccia che nel bailamme d'un ricevimento le fosse appena nominata, e con questo sconosciuto, soltanto perché il giorno prima non ne sapeva l'esistenza, s'intratterrebbe a tu per tu due o tre ore? II libro, se è un buon libro, è una persona viva, più seducente ma anche più pericolosa, più fedele ma anche più mutabile di molte persone vive, con questo vantaggio, per chi se ne innamori, che messo da parte non protesta, richiamato anche dopo un lungo oblio non tiene il broncio. Quanto al suo mutare, può darsi che dopo anni o soltanto dopo mesi ella quasi non lo riconosca; e anche qui sta il suo incanto. Cantai, or piango, e non men di dolcezza del pianger prendo che del canto presi. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy