Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

714 111..Moretti il bel giovane, quasi sorpresa e indispettita di non trovare in quegli occhi nulla ùi quel che doveva esservi s'egli era, come era, un Pagan. - Caro da Dio, - disse la Mia, Felice in dialetto come a sé. F.tessa, - ti ·no ti somegi a nissun. - Non somiglio né a mio padre né a mia madre ? Eppure, siora. àmia, lei sa di chi son figlio e dove son nato. Siora àmia indicò una parete. - Varda i litrati. I litrati de to pare e de to mare co' i gera. n-0vissi. Ti no ti somegi a nissun. Per cambiare il discorso increscioso Fortunato parlò della salute. Si vedeva bene che siora àmia era malatlli; questa poltrona diceva quanto fosse malata siora àmia. Di che si trattava,? Quali d-0lori e incomodi di salute ? La vecchia disse prima, « el figà >> (il fegato) ; aggiunse : « la spìssa » (il _prurito). Soffriva di fegato, ma adesso era in un periodo di leggera itterizia, e aveva nella pelle una piccola sensazione di prurito a cui però non bisognava d:are importanza, dato il ricordo dei momenti peggiori in cui aveva avuto bisogno di punture di.. .. (e le veniva quasi da ridere) pantopon, pantopon. 1\1.a come? Il ragazzo credeva che lei fosse inchiodata a questa pol– trona? Ma no, ma no, si cammina, ora si cammina invece benino .... Ecco qua. Voleva vedere il bastimento nella bottiglia, opera d,'un vecchio pescatore chioggiot_to, oggi deceduto, abilissimo in lavori di pazienza ? Fortunato seguì la vecchia che camminava come se fosse risu– scitata e ammirò la stanza da letto, mobili e quadri, e infine la bottiglia da un litro con dentro quel meticolo,;o giocattolo del ba-· stimento costruito a traverso il collo della bottiglia, come diceva la vecchia, « a son de fili», a furia di fili. Con repentina confidenza la vecchia promise che questa bottiglia, col bastimento l'avrebbe lasciata a lui per ricordo e sarebbe stato certamente un ricordo bel– lissimo della, povera zia Pagan morta di mal di fegato in una delle– sue coliche epatiche con punture di pantopon. Era come s'ella avesse accennato all'eredità e si fosse ainche un poco eommossa riconoscendo in lui uno dei legittimi eredi, sì che il bel ragazzo credette venuto il momento d'osare e farsi valere (ipareva quasi che ·1a vista del cassetto del comò in cui eran certo i « carantani » lo avesse eccitato) : - Siora àmia, siora àmia, non c'è che lei che mi possa salvare r Il mio avvenire, siora àmia, il mio avvenire .... da cosa dipende? Da una carta da cento lire, siora àmia ! La vecchia si volse a guardarlo con una piega amara nella bocca, e diceva quella piega amara, ostilissima: « Che m'importa a me del tuo avve;nire, che m'importa a me d'uno che neppure somiglia a un Pagan ? ». Aggiungeva quella bocca divenuta cattiva che un_a carta BibliotecaGino Bianco

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