Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932
L' A:ndreana 711 - Ohi mi presta una carta da cento lire ? - chiedeva con alte– rigia ai compagni. Come? Ohe cosa? Una carta da cento lire? Pareva che nessuno -avesse mai visto una carta da cento lire: i marinai-furieri, il mari– naio-cuoco, il marinaio-gondoliere, il marinaio-motorista, il mari– naio-telefonista, tutti cadevano d'alle nuvole e quasi quasi temevano che il marinaio Pagan si prendesse gioco d[ loro per il semplice fatto che non erano ricchi come era lui e non avevano le sue manie di grandezza. - Na carta da çento, sistu mato? O'iento lire, chillo pazzìa ! Nu fojo da cento, ssi mattu? T'si matt, ona cherta da zent? - Cosi meravigliavano facendosi eco dalla camerata al re– fettorio i diversi dialetti rappresentati in Capitaneria, e il mari– naio Pagan alzava le spalle sa[Pend'o bene che uno solo poteva aiu– tarlo ed era il cameriere amico dell'Orientale che una volta gli aveva prestato non già denaro ma un bellissimo impermeabile ,quando aveva recitato la parte del comandante del sottomarino alla Casa del Marinaio, in tempo di mania filodramlnatica. - ,Mi vuole molto denaro, - svelò grandiosamente al suo ami- -co ricordando quasi di botto che i camerieri di caffè prestan d'e- naro a duchi e marchesi. - Go un convegno con una donna ricchissima da cui dipende il mio avvenire. - E lusingava in veneziano, abbassava leggermente la voce: - Ti ga çento lire -0.a darme d'in prèstio ? . Quello cade dalle nuvole non meno del marinaio-cuoco, del ma– rinaio-motorista. Come? Ohe cosa? Una carta da cento? E chi la ve– de più con questa fiacca una carta da cento? 11convegno è per dome– nica, al :Martini, in campo dela Fenice? L'amico può, tutt'al più, prestargli il suo smoking, come gli prestò l'impermeabile per figu– Tare il comandante del sottomarino, dato che non si va in un loc·ale -come quello vestito da marinaio per figurare un uomo di mondo. - Ti vesti in camera mia qui in calle delle Rasse e alle undici ·passi a rivestirti da marinaio per tornare in Capitaneria. I çento franchi te i donerà to sàntolo. Mi te posso dar el me smoking belo ·neto sensa frìtole : benedeto da .Dio, no te basta ? - Sì, sì, hai ragione, la calle delle Rasse, lo smoking .... Ma ·non troverò anche un foglio da cento? Io che sono il padrone di -cinque trabàccoli, il Figlio delle onde, il Come vuoi, l'Alcoolizzata, il Dio ti salvi, il Bravo guerriero ? Era padrone di cinque trabàccoli, tutti di sessanta e più ton– -nellate, ma non avrebbe trovato cento lire, perché sulla riva degli .Schiavoni, con questa fiacca, nessuno aveva visto più una carta da cento. Il poveretto non sapeva dove sbattere il capo quando si ri– -cordò, d'improvviso, d'i quella zia Pagan danarosa che la mamma :aveva sempre vantato, seID[Pre aggiungendo che essa abitava una bella casa in una modesta calletta, Galletta Oipriotto, dietro San BibliotecaGino Bianco
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