Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

710 M. 'Moret'ti traverso il soffitto; sì che il giovanotto, intimidito e quasi allar– mato, fece buon viso al cameriere de-crepito che recava alcunché. d'effettivo come un piattello di paste. - Cattiva giornata per le meringhe, - sentenzia il cameriere– decrepito con bonarietà veneziana, accennando al tempo umido. dannosissimo certo a questo dolce leggero riboccante di l[)anna montata. Allora lei vuol sapere che cosa ha detto il ve-cchio bonario,. e poi, 1rnl cartoncino dei gelati, scrive il suo nome che- .sa di cinèma, Kathe Gow, e il suo indirizzo con tanto di U. S. A. Aho. Lei parlare uno poco italiano. Suo padre avere grande albergo a Okago. Ventisei piani. Ohe cosa fare lui quando non essere ma– rinaio? Fortunato ripeté la storia del nobile commercio paterno, del carbon fossile, dei cinque vascelli, e se li ritrovò sulle labbra nello stesso ordine i nomi dei grandi vascelli paterni, Figlio delle orrde,, Come vuoi, Alcoolizzata, Dio ti salvi e Bravo guerriero. Aho. Pa– reva che Kathe Gow si divertisse un mondo e voleva impararr an– che lei, nello stesso ordine, questi stranissimi nomi e provò -anche di scriverli sul cartoncino dei gelati. - Vostro padre essere ricco, - diceva Kathe contenta. - Ma voi venire in America, scrivere qui vostro indirizzo, venire voi in Ame– rica con vostro Dio ti salvi o Bravo guerriero. Quando il marinaio tornò quella sera alla sua branda aveva la testa confusa, quasi non riuniva i pensieri, non ricordava più nulla,, ricordava solo che aveva pagato lui il cameriere decrepito del Flo– rian, e gli restavano in tasca sei soldi. A poco a poco capi d'essere entrato nella categoria dei veri signori, nel mond'o della gente che viaggia, e l'a,mericanina era innamorata di lui e lo avrebbe chia– mato a Cicago e gli avrebbe assegnato un appartamentino con telefono nell'albergo di ventisei piani. Ora partiva e andava ad aspettarlo a Cicago. Altro che la tabacchina dei Tre Ponti! Quella si chiamava Oate e anche queRt'altra Kathe, ma con ben diversa ortografia! E quella povera Anita che gli scriveva d'ella conserva, e del pescivendolo Nondo ! U. S. A.! Oicago ! L'americana partiva subito con quel transatlantico che copriva l'isola di San Giorgio,: e non aveva tempo di fare all'amore: ma probabilmente sono solo le tabacchine e le tose di laboratorio che ai nostri giorni fanno– all'amore. Bastava a Kathe di riavere il suo amico II)er tutta una. sera prima della partenza e fissò la domenica sera ed anche il locale di lusso, di quelli coi lumi vestiti di seta come tante da– mine veneziane del settecento, e Fortunato aveva accettato con una serietà di persona importante che sottintende: ((-pago io)). Ora s'era impegnato, pa-gava lui, gli occorreva un po' d'i denaro,, anzi, gli occorreva molto denaro, e si trattava d'andarlo a cercare. BibliotecaGino Bianco

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