Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932
L'Andreana 707 scherzi di natura come il vitello a due teste o la gallina con tre gambe, Fortunato guardava la fondamenta dirimpetto che si chiu– deva a metà dal gran cancello della Manifattura al di là del quale la riva apparteneva ai Tabacchi e alle tabacchine, e gli Yeniva quasi d'a ridere. Di qui i suoi occhi abituati ai marmi, agli ori e ai tra– fori marmorei e alle statuette sansovinesche, non vedevano che la volgarità delle peate nere da lasciar marcire lungo muri corrosi, donnette sedute con sui ginocchi cestelli pieni di conterie o l'altra volgarità dei comignoli alzati sulla [Povertà delle case che parevano umiliarsi nella loro bassezza sotto quell'insolenza di coni tronchi, dadi, vasi, tridenti e archetti ogivali, ché i comignoli in questo quartiere avevan tutte le fogge e lui li assomigliava a mendicanti vestiti con tutti gli spogli. Quando la Oate lo scorse ancora al di qua del cancello, si accomodò il pettine alto, si strinse nello scialle, fece di corsa quest'altro pezzo di fondamenta e s'arrampicò giu– liva sugli scalini del ponte e poi si fermò dinanzi al bel marinaio immobile, indolente, con un« ti xe ti>>pieno di riverenziale allegria. - So' mi, - fece secco il bel marinaio come respingendo il tra– sporto della tabacchina, e allora la ragazza s'accorse che il suo toso aveva il lutto al braccio e che tornava d'all'aver sotterrato suo [Padre. - Xe morto? - Xe quindese dì ch'el xe morto, - diss'egli con Faria di rifare il verso .senza r:hiedere pietà e compassione. - Oh.... poareto ! . Ripeté tre o quattro volte, con convinzione, la tabacchina: «oh ... poareto·)), capendo bene ch'egli era venuto ai Tre Ponti per dirle questo e nient'altro e quasi aspettando d'esser congedata, ché pel momento tutto era detto edl era come se si conoscessero appena. Ma il bel marinaio volìe che lo seguisse, e aveva un far di padrone · diverso dal solito, una specie di gravezza 1Piùsostenuta che gli ve– niva certo dall'importanza della sua sciagura, giacché questa scia– gura bisognava pur farla pesare. Nell'ombra del caffeuccio, dove j tavolini di ferro eran due e gli sgabelli di legno eran quattro, egli chiese un caffè (< con la padro– nanza>> per sé e un caffè semplice per la tosa, senza interpellarla, stabilend'o fra sé la differenza, d'at-0ch'egli valeva tanto di più. La tabacchina notò ch'egli fingeva di non vedere la vetrinetta delle pa– ste sul banco, per non offrirle una !Pasta e nemmeno un vecchio bi– scotto, essendoci anche i vasi di vetro con dentro savoiardi e bi– scotti, e perfino le scatole di 't.ardine aperte con uno,stuzzicadenti infisso garbatamente su ogni'sard~ia. Le offrì invece una siga– retta, magnanimo, dopo averci pensato un po' su, ma lei la respinse quasi con rispetto e il marinaio accese la sua sigaretta con l'aria d'approvare: (< sta bene>>. • Bibloteca Gino Bian~o
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