Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932
706 M. Moretti il fogliettino del permesso ai marinai sospetti, ma s'occupa anche dell'eleganza vistosa dèi guappi. La ronda! Dove non fruga, che cosa non guarda? Là, nei giardinetti reali s'è accorta perfino d'un berretto deformato e senza cerchio; sulla riva degli Schiavoni nota pure che un marinaio è uscito, con questo sfacciato sole, in cerata; poco più giù, aU'altezza di San Giovanni in Bràgora, eccone un altro coi capelli troppo lunghi e c'è stato perfino un reclamo ur– gente de] Deposito del Corpo Reali Equipaggi sui ca1pelli troppo lunghi dei marinai di Capitaneria. Il bel marinaio alzava le spalle, sicuro che la sua testa fosse intangibile e le zucche rapate stessero bene invece al Deposito. Si sapeva in Capitaneria che alle donne non piacciono le teste rapate, e qua si parlava SII)essodi tose pur tra i sogghigni del compagno più astuto, che ammetteva appena una certa .Momi o Romi in corte Barbarigo all'Angelo Raffaele, mentre gli altri ~ognavano testoline bionde nel quadro della finestra a per– pendiicolo e fantasticavano all'infinito di fanciulle e di corti 1Per– dute e quasi introvabili nel dedalo delle calli più sconte: la Nena in corte del Pajpa alla Bràgora, la Nana in campiello della Scoaz– zera a Sant' Aponal, la Catina in corte delle Mùneghe ai iMiracoli, la Dirce in corte 1Moretta a San Samuele e fantasia e topografia si alleavano e galoppavano insieme. La verità è ch'egli voleva nascondere una tabacchina ai compa– gni ,per la cattiva ragione che, pur essendo graziosa, era una sem– plice tabacchina, mentre si dice che ci si diverta meglio con una ragazza di laboratorio, senza scialletto, dacché gli scialletti non sciamano che nel sestiere più poareto; ed e'ra sempre andato quasi di nascosto adl aspettar la ragazza in cima ai Tre Ponti, non lungi d'alla fabbrica dei Tabacchi, mortificando il suo amoretto in dia– letto veneziano nei caffeucci popolari o nelle passeggiate clande– stine delle Zattere più trascurate e deserte del Ponte Lungo e dei Gesuati. E lui aveva invece gusti più signorili da sottufficiale e la ragazza avrebbe voluto mostrarla, possibilmente, al Caffè Orien– tale, in piena riva degli Schiavoni, dinanzi ai pontili della Veneta Lagunare dove c'è sempre folla di sfaccendati, forestieri e gente in vacanza e in viaggio di nozze: in più, con la sua bella accanto, avrebbe avuto anche l'ideale borghese della musica, la Bohème, la :Manon, e non c'è domenica senza gelato e senza orchestrina di caffè, fra cui il violinista che ha l'aria di rubarti l'amante. A che scopo tirava a lucido la sua pistagna azzurra con impaziente strofinio di steariche ? Al Caffè Orientale sedeva la domenica solo ; · e non parlava che col cameriere amico che gli serviva il mezzo gelato come s'accontenta un bambino. • Dall'alto dei Tre Ponti, che, nell'incrocio d'elle fondamenta e dei: rii formavano il nodo d'un ponte solo e facevano pensare agli BibliotecaGino Bianco
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