Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932
I/ annat11,goethiana in Italia 689 nero artisticamente e moralmente Goethe anche nella stesura di quel libro di es.trema sensibilità. Nella stessa collezione Mondadori è uscito quest'anno il Gitr– glielmo Meister. Non si tratta già dell'altro famoso libro di Goethe . <:hetra H W erther e il Fni1st sta quasi nel mezzo, cioè degli Anni di ed~tcazione e neppure d!egli Anni di vagabondaggio dell'eroe goe– thiano, ma di un terzo Meister, o meglio di un primo, del cosidetto Ur-Meister (La missione teatrale di Guglielmo Meister) che rimaise frammentario, che Goethe non volle puòblicare e che' si credette perduto. Questa è la traduzione italiana ((prima, intera e fedele>> della Missione teatrale, e Silvio Benco l'ha condotta con quell'ac– curatezza e probità che suggellano ogni suo o,perare. C'è solo qual– che asprezza di linguaggio, che forse viene da Trieste ; ma nel cor,so di questi sei libri del romanzo non finito scorre una. bella vena larga e franca di traduttore e intenditore del tedesco, anche nelle jparti metriche .. Non mi sento però in tutto d'accordo col Benco quando egli sembra preferire questa Missione teatrale anche agli ~nni di educazione. È vero che, per freschezza e snellezza, que– ste pagine d:ell' Ur-Meister vincono in alcuni tratti quelle della più celebre stesura; è anche giusto ciò che dice il Benco che « una più bella dell'altra sono tutte le figure di donne che per la prima volta spuntano e vivono nei capitoli dell' Ur-Meister)); come assai acuta è la sua osservazione che la figura dii -Mignon, conservata poi nelle altre edizioni del Meister, è tra le !Più celebri e lodate dalla critica, ma è « proprio quella dove la poesia sembra sopravan– zare la verità)). Tuttavia a me pare che in questo Ur-Meister siano parecchie incertezze e lungaggini di composizione e qualche inge– nuità neUa psicologia d'el protagonista, sicché io sto ancora con gli Anni di editcazione, che mi paion raggiungere ben altra maturità di concezione e di arte. D'altra parte il gusto gnomico, pedagogico, che secondo alcuni aduggia troppo le altre due stesure del ]1eister, non è scarso neppure qui, dove, per esempio, i nostri cultori di tea– tro potranno trovare sentenze e motti sulla vita e sui costumi tea– trali; anche di qualche attualità. Sentenze gnomiche numerose si trovano anche nell'Ifigenia in Tauride, che Vincenzo Errante tradusse qualche anno fa e che ora ripubblica (-Mond'ad'ori), dopo un lungo « lavoro di revisione e di cesello>>. Ma la Ifigenia in Taiwide è anche altrimenti importante : pel suo valore artistico che non è certo di secondo ordine, e anche per la sua singolare !Posizione nell'opera di Goethe. Essa è, come è noto, insieme col Tasso, una delle opere in cui i segni della Wendung, della svolta (preparatasi, come abbiamo accennato, len– tamente, con germi e predisposizioni già esistenti, ma a un certo punto d'eterminatasi) verso il classicismo, sono più palesi. Anche d'al lato te<:nico. Giustamente l'Errante, in una fervida prefazione, 44. - P@gaso. BibliotecaGino Bianco
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