Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932
L' annata goethiana in Italia 687 fanciullezza del suo grande figlio e che poi Bettina riferì al poeta, Goethe stesso profittò per stendere l'autobiografia nei primi libri di Verità e poesia, si JPotrà capire fin dalla prima parte (Carteggio con la ma<ke dii Goethe) come il libro sia in perfetta atmosfera goe– thiana. Ma il carteggio-romanzo della Brentano con Goethe è an– che altrimenti interessante: sopratutto per una prima conoscenza d!elcarattere di Goethe, il quale in principio attratto dalla singolare natura di quella giovinetta che aveva una vivacità e passione in– diavol&te, ne fu poi presto deluso e seccato. Però il carattere vero di Bettina, la sua singolare e complessa natura, la verità dei contra.sti con Goethe, non sono del tutto rivelati, com'è naturale, da questo carteggio, che è assai più un romanzo che un epistolario, sì bene dalla JPUbblicazione dell'epistolario autentico, avvenuta nel 1922, e dalle testimonianze, assai nette, di Goethe. Se in gran parte fantastico è il carteggio del1a Brentano, tutto documentario, tutto basato su testimonianze, è e vorrebbe essere il modo di narrare la Vita dti Goethe (Sperling e Kupfer), che ha esco– gitato Lavinia ilVIazzucchetti. Singolare e ingegnoso modo: sten– dere una specie di rapido « nastro biografico >> in cima alle pagine che contengono una breve scelta dell'immenso epistolario goethiano dalle lettere della primissima giovinema (a 16 anni) a quella scritta ad Alessandro Humbold't il giorno prima che si chiudesse la lun– ghissima vita. Dico «breve>> scelta in confronto alle quindicimila lettere autentiche di Goethe (delle quali nessuna o quasi finora era stata tradotta in italiano), e penso che in codesta brevità sia stata una delle dlifficoltà del libro, che a prima vista parrebbe facile e quasi meccanico, e che invece· nello stesso lavorìo di scelta, con le moltissime rinunce e preferenze, scoJPre vivacemente la soggetti– vità dell'autrice. La quale mi pare che abbia avuto sopratutto que– sta mira: dlare della vita di Goethe, piuttosto che i fatti e le atmo– sfere sentimentali in cui i fatti .si svolsero, certi toni di pensiero, certe W endlungen nella formazione interna del poeta in cui lo stu– dioso di Goethe ritroverà, per"via intellettuale ma come in una mu– sica, i «temi>> fondamentali di un immenso spartito poetico. Se questo è stato lo scopo del lavoro, esso mi sembra raggiunto; ma temo che, cosi com'è fatto, il libro serva piuttosto a chi già co– nosce Goethe che a coloro i quali, non avendo dimestichezza con l'opera, vogliono essere introdotti a conoscerla. La secchezza del nastro biografico, lo stesso carattere delle lettere di Goethe, volte assai 1Piùal commento e all'i:i,ccenno che alla narrazione, non hanno potuto dare quella continuità di discorso narrativo che il lettore ge– neralmente .si aspetta in una biografia. Il metodo· di tener d'occhio le idee piuttosto che i fatti mi pare sia stato seguìto anche da Giuseppe Zamboni nel suo breve libro : Goethe (nella collezione economica di Vallecchi). È un lodevole BibliotecaGino Bianco
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