Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

766 H. BREMOND, Histoire littéraire du sentiment religieux en France feggia e si fa, della poesia:. In mezzo a, questo fermento vitale noi ci sen– tiamo più ricchi, lo spirito acquista una, più abbondante saggezza. Lo spirito critièo del Bremond non ha, soste: di tempo in tempo egli proìetta sopra alcuno dei suoi personaggi una luce quasi livida, e do– lorosa. Memorabili il suo Saint Cyran : « Ardent génie, mais fatalement voué à l'impuissanc-e, volonté généreuse, mais rongée par d'incurables faiblesses. Des deux forces ennemies qui se disputaient Sa.int-Cyran, l'une voulait qu'il marchat l'égal de François de Sales, de Berulle, de Oondren, l'autre qu'il dépassat et qu'il achevat Calvin; il a deçu tout ensemble et les bons et les rnauvais anges, il n'a fait ni le bien qu'il aurait voulu, ni le mal qu'à certaines heures il se vit peut-ètre tenté de faire, ou que du moins il portait en lui; il n'a, rien créé, il n'a rien détruit. Grand homme si l'on veut, mais gra,nd homme manqué, plus digne de pitié que d'admiration ou de co1ère >>. E la sua opera che è altro se non « de vagues soupirs, de chuchotements sur la décadence présente de l'-Église; une ou deux réformes bizarres, mal agencées, qu'il annonce avec fraca,s et qu'il exécute pour sa part sans entra,in, sans convinction; des lettres encore plus banales que snlennelles.; une quan– tité de petits papiers d'une insignifiance totale, telle est en deux mots l'activité de .Saint-Oyran, pendant ses a,nnées d'initiative et de gloire. On a le théatre, les acteurs, l'affiche; ma,nque la pièce. La, ville se pa– voise, les cloches sonnent; le prince n'arrive pas >>. Diagnosi morale disperata. Ma non c'è forse un po' di esagerazione? Se non avessimo mai preso contatto con il Sai.nt-Cyran e l'opera sua, se non conoscessimo il Port-Royal del .Sainte-Beuve, gli crederemmo sulla parola. Il Bremond è un anatomico abilissimo, non c'è dubbio, solo ci sembra che talvolta guardi attraverso un paio d'occhiali troppo affumicati e che si entu– siasmi un tantino troppo per i colori che rendono cadaverici anche gli esseri più fiorenti. Ce l'ha con il movimento di Port-Royal, e si com– piace delle minime debolezze dei suoi solitarii. E ciò nasce soltanto per reazione al Sainte-Beuve, o per la. necessità di abbassare tutte le torri circosta,nti perché eccella solo la propria, quella, cioè, dell' école fran– çaise o, come da altri è detta, dell' école oratorienne ? Credo se ne debba cercare la ragione ancora più lontano: il Bremond è ,stato edu– cato e formato dalla Compagnia di Gesù, ed è quindi naturale gli sia rimasta nel sangue una certa diffidenza, e magari un po' di acredine, verso Port-Royal. · Ma qual'è per il Brernond il grande merito della scuola francese e, specialmente, del Berulle ? Di avere fatto <e' dans le monde spirituel de son temps une sorte de révolution qu'on peut appeller d'un norn bar– bare, mais quasi nécessaire théocentrisme >> ; rivoluzione accettata, e seguita poi da molti altri religiosi e scrittori spirituali, e alla quale si oppone l'antropocentrismo. Ecco un poncif che servirà al Bremond lungo tutto lo svolgersi della sua, opera: da una parte la, montagna lu– minosa e che può essere vista da lontano, ove egli raduna tutti i suoi autori preferiti; dall'altra, vallate o valloncelli, dove le ombre cadono verticali, avvolgendo una moltitudine di ~rittori sacri e di mistici, per considerare i quali dobbiamo, noi, piuttosto aguzzare lo sguardo. Di– visione netta, e.che ha fatto scuola. Divisione troppo semplice, potremmo aggiungere. Ciò che il nostro autore ha; separato, facendone quasi due BibliotecaGino Bianco

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