Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

R. ESCHOLIER, Eugène Delacroix et sa << Consolatrice~ 765 cellenza, deve risparmiare le sue forze per darle tutte, appena suffi– cienti, al'suo lavoro; e, forse, rinunziare al sogno d'amore perché avrebbe troppo inciso sul eompito dell'artista. E ciò è fatto con una linea uno stile da grandi signori. Resultato antiromantico, della vita di amb~due. Ma, insomma, anche Delacroix ha avuto, nella sua Consolatrice la Beatrice o, meglio, la Cosima, per non dire la Maria d' Angoult c~me conveniva ad un artista del tempo suo. ' BACCIO M. BACCI. HENRI BREJMONo, Histoire l·ittéraire du sentimoot religieum en France. VII e VIII : La M étaphysique des Saints; IX. La Vie Chrétienne sous l'ancien régvrne. - Bloud et Gay, Paris, 1928 e 1932. Henri Bremond ha il dono della simpatia. Il suo sorriso, benché spesso ironico, avvince e dona fiducia. È uno di quegli uomini che, per grazia speciale, capisce magnificamente i moti del cuore umano. È un letterato, m.a si commuove ed intuisce come un poeta; è uno storico, pur mantenendosi padre spirituale; è un fervido polemista, ma non mai abbuiando il proprio cielo; è critico, ma senza scarnificarsi né scar– nificare. Lettore infaticabile, gli conviene ciò ch'egli dice del Thomas– sin: « c'était un liseur effrené, et qui savait lire, don premier que rien ne remplace >>. Un testo, infatti, anche insignificante a prima vista, nelle mani del Bremond diviene vivo e rivelatore. Sa leggere e, merito ancora maggiore, ,sa far leggere. Le vibrazioni ch'egli prova, scorrendo una pa– gina, si trasmettono a noi come per arte magica, e quell'uomo, o reli– gioso, o poeta, o mistico, che ci sembrava a tutta prima trascurabile, dopo che il Bremond ha letto e commentato, lo troviamo pieno di in– teresse. Ogni giorno il nostro autore parte per un nuovo viaggio di sco– perta nei regni del cuore umano. Bremond sa che nell'uomo la luce e le tenebre sono sempre congiunte, e che, anche dove tutto pare buio pesto, un po' di luce v'è, ma che bisogna raggiungerla con un'indagine costante e perspicace. Il suo lavoro di scoperta e di ricostruzione non ha posa; e segue:ndolo nella sua Histoire du sentiment religieux en France depuis la fin des guerres de religion jitsqu'à nos jours, passiamo pure noi di ritrovamento in ritrovamento. Questa Storia fino ad oggi è di nove volumi in ottavo grande: un complesso di. 4600 pagine, e pie- .nezza di pensiero, osservazione netta, giudizio preciso, stile limpido. 'rutto il seicento religioso francese è qua: figure note sono ricostruite con vigore, fatte muovere con agilità; e accanto a loro è il levarsi festoso di una moltitudine di sconosciuti, o mal noti a noi moderni, che interloqui– scono, chiedono, obbiettan·o. Il vivere umano, nei suoi rapporti col divino, non potrebbe essere descritto meglio di così. I caratteri più disparati, vi sono ammessi : vicino ad azioni eroiche se ne rivelano di miserevoli; esperienze astratte -si avvicendano, quando non si fondono, con fatti concretissimi; da un'atmosfera di tempesta si passa ad una calma paradisiaca; si odono toni irati o parole accarezzanti; v'è deso– la,zione ed estùtanza ; e il grido di chi trionfa e il pianto del disperato. La vita con tutte le sue gioie, i suoi dubbi, le sue esaltazioni, i suoi do– lori, le sue malattie; la religione con tutti i suoi orizzonti; si filoso- BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy