Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

G. PR.AMPOLINI, Segni 757 Perché l'intimità è appunto il dono di questo libro modesto : un de– licato accordo del sentimento con se stesso, che violf'nza di passioni o contraddizioni del pensiero non turbano e perciò mecrlio dispone la sensibilità all'imprimersi pacato delle im~agini, al diff;ndersi del loro tenue alone di meditazione e di favola: « Sotto la luna bianche figure danzano agli scogli, bianche mani s'aggrappano e ricadono. Sul mare è posato un giglio. Un calice s'ap1·e all'orizzonte, lo stelo s'allunga sino alla riva» ; « Grappoli sonnacchiosi di apine rosse e nere cm-vano gli steli sul ciglio -della strada. Fiorisce il rovo, copre il vecchio muro e profuma intorno. Rovo rovente, muoiono le rose dei giardini, muore lo stesso languore del sonno; tu solo cresci e luccichi nell'alito infuocato della roccia. Pigrizia addormentata, bisogno di vedere steli diritti e - crescere con loro .... >>. Il paesaggio marino domina in queste pagine còlto in tutti i suoi aspetti, con tutta la violenza dei suoi colori, del suo sole e del suo salso, con tutto il vago sperdimento in cui sa indurre l'anima: << Il mare invoglia, persuade col potere di ciò ch'è barbaro e primitivo. Alla riduzione delle vesti necessaria per accettare l'invito a comunicare con lui, segue la semplificazione dei pensieri: una linea retta, il solco del nuotatore, per le acutezze profonde; una linea curva, sinuosa, contorno di acque, pei riposi delle indolenze e delle divaga– zioni. Ma le ore marine covano lentamente la sterilità. Molto si scopre di vano nella vita propria e degli altri, e a ciò si rinuncia, come inutile a dirsi; ma la semplicità essenziale, per parte sua rimane inesprimi– bile». Ed anche ciò che non è paesaggio o meditazione sul paesaggio, certe brevi poesie in versi che ci richiamano a, Dall'alto silenzio, certe favolette, dialoghi e aforismi, appaiono in sostanza ispirati anch'essi dalla vasta presenza dell'elemento marino, dalle tacite realtà naturali, dalle variazioni del cielo e dell'ora. La giustezza del tocco, la capacità di confidenza con se stessi, - che è in pari tempo scrupolo estetico e qualità morale - costituiscono dunque il miglior pregio di questo libretto. Intimità rara al nostro tempo, in cui predomina il gusto d'un'arte v0litiva e programmatica, spesso sforzata nei suoi risultati: sicchè può avvenirci di stabilire un rapido raffronto fra certe recenti forme narrative e liriche, dove l'impegno, il cosciente « sfruttamento», da parte dell'autore, della propria materia, è così insistito e palese, e questa tranquilla felicità paga di sé, per cui l'arte, più che fatta per un «lettore», anche ano– nimo ed astratto, appare bisogno del cuore che in sé s'appaga e s'esau– risce : diario, notazione breve, semplice modo di commemorare a se stessi il sereno incanto delle horae snbseci!Vae. Con tutte le limitazioni che questa concezione estetica comporta, non è chi non provi un certo re– frigerio, - stanco della crisi, della questione sessuale, dell'introspezione o ~gari dell'inversione, - a seguire, dette da una voce così discreta, que!l!li.solitarie e assorte « avventure dell'anima», che ci riportano, oltre la commedia o la tragedia della storia e del tempo, alla semplice quiete dello spirito immerso nella fresca natura, alla grazia sia pur fuggitiva della contemplazione. Non tutte le pagine del Prampolini, ad onor del vero, sono egual– mente felici. Talvolta la linearità dell'espressione, il suo appagarsi di BibliotecaGino Bianco

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