Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

754 D. TESSA, L'è el dì di mort, alegher ! Ma d'un tratto, sorpresa dalla malattia, è a letto, morente. E qui le visioni, i deliri della moribonda, il viatico, le preghiere, gli affanni della carne sofferente che si sfascia, gli ultimi tentativi della mori– bonda per riconoscere gli amici : e il rantolo finale. Pochi han dato di quei tragici momenti una rappresentazione più spaventosa e umo– ristica ad un tempo, di quel comico logoro e meccanico che la morte porta con sé in città. Qui certo le facoltà di oggettivazione del Tessa han fatto le loro prove migliori. Si potrà forse discutere sulla poca piacevolezza del tema, ma è certo che spesso la grande evidenza rap– presentativa di queste strofe ottenuta spesso con un linguaggio cal– zante, raggiungono la forza di certe raffigurazioni portiane. Un'altra qualità del Tessa, è dunque di saper rappresentare cose e persone in atto, con tocchi vivi, dinamici, presenti, immediati, come uno che parli, che racconti bizzarro e svagato. Di questi esempi di immediatezza ce n'è, come dicevamo, nel Porta, e anche nel Pascarella. Tessa ne fa largo uso (a volte un po' troppo) ma quasi sempre con felicità d'effetti. Il componimento nel quale vi è ricorso di più è Caporetto, dove l'estro balzano e fogato del poeta si compiace imaginare, all'annuncio della nostra disfatta, nei giorni dei morti, il corrompimento della città sotto l'urto di tante notizie spaventose, e magari l'entrata dei tedeschi in Milano. Turines giolittian, milanes socialista coragg, lustrev la vista ! Tognitt de San Damian, slarghev el coenr.... hin chi.. .. Torna i todiscb .... Hin chi.. .. riven quji car pattan, qui car barbis, qui rost de coin! L'orrore e il terrore dell'invasione. La teppa che esulta per la città. Il gran cianciare, imprecare e commentare. Tutta la bordaglia sca– tenata. Parolacce, porcherie e insulti. Canti di socialisti. E la pa– rola rivoluzione. Contadini e disertori per le vie, incendi. Il poeta che sloggia con la sua famiglia e un torrente fangoso di gente che scappa con loro, in una disperazione senza nome .... Non ho mai visto quelle tragiche giornate sonorizzate in un modo più indiavolatamente espressivo. Ma il Tessa è anche pittore di placide emozioni e figure, e io lo amo anche qui. Quel Monologiie intérieur del Caval de bara è impagabile. Tirando attraverso il tumulto dei veicoli cittadini una barrocciata di canne d'organo quel povero cavallo stanco e sfinito fa le sue meste considerazioni, si lamenta della sua sorte, protesta contro i tram : non ne può più. E decide finalmente di fare una sua protesta in regola; si mette in mezzo alla strada e, in barba al carrettiere che lo frusta BibliotecaGino Bianco

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