Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932
• D. TESSA, L'è el dì di mort, alegher ! 753 parole, delle frasi, spesso isolate fra puntini, spesso interrotte da pause, come accade di usarne nel parlar familiare e popolare : poiché diciamolo subito, come il Tessa attinge la sua materia esclusirnmente dalla bocca del ,popolo ed è un innamorato del suo linguaggio e non rico– nosce altro maestro che lui, cosi ha voluto che i suoi versi fossero fatti meglio che per esser letti, detti: come inspirazioni nate per strada, nate pa,rlando. Ed è questa invero una novità, che potrà aver largo séguito. Questi saggi lirici son tutti personali e rivelano alcuni momenti di commosso umorismo dell'Autore di fronte ad aspetti od eventi della vita cittadina contemporanea : dai pensieri di un cavallo di barroc– ciaio che si trova sperduto nel tumulto cittadino all'emozione di una passeggiata a primavera, da una delirante rappresentazione di Milano imbastardita al tempo di Caporetto alla fiamminga pittura di un gatto di portinaio, ai piccoli mimi della Cocchina e del Maghetta, due figure familiari all'Autore, tutto in questo volume è sapido di umanità vis– suta, in atto. Tuttavia chi non fosse addentro alle ragioni e movenze della poesia del Tessa, penerebbe un poco a comprendere in che consista questa novità, poiché gli argomenti non son peregrini e il tipo del Poeta è quello d'un buon diavolaccio, un Giovanin Bongée un po' più alla moderna, per intenderci, che scherza, maliziosamente rassegnato su casi propri ed altrui. Ma è l'accento e, direi, la squisitezza tecnica del– l'espressione, che formano la sua vera novità. È veramente, in questo senso, un colpo d'ala che riconduce la poesia meneghina alla classicità del Porta. E il Tessa a questo è arrivato con uno studio attento di quella ch'è la parlata dei sobborghi e delle strade di Milano, là dov'essa .vive, nonostante tanti inquinamenti, ancora schietta e verde. Che modi vivaci sa trovare il popolo. parlando, di cadenze, di reticenze, di sfu– mature, di parolette pittoriche ed espressive! Ebbene il Tessa ha fatti suoi questi modi in eontinua trasformazione. Nell'ambito della poesia milanese, dopo tanti anni di trasandature, mi par questa una vigorosa affermazione. I due componimenti maggiori della raccolta volgono intorno a cata– strofi ed a morti. Il nostro poeta è un po' preoccupato da questa fac– cenda della morte, e non se ne dà pace. Un giorno ha avuto una specie di capogiro per strada e se l'è vista a due passi; un'altra volta, durante una passeggiatina di primavera, ha incontrato due hecchini, lugubri e burocratici che gli han guastato la giornata: egli la legge, patenta, la morte, sul volto pustoloso, da uricémico, del suo amico Roston, e si delizia a descriverla al capezzale della vecchia Gussona, un'amica di casa .... Ma che rare sfumature sa trarre il Tessa da quest'unica tinta! Il volume comincia con la morte di una « Pobbia » e termina, come di– cemmo, con la morte della Gussona, pezzo di realismo questo, dina– mico ed in atto, veramente sorprendente. Quanti anni ha la Gussona? 46, - ngaso. Quanti ? Mah! Qualcossolina sui noranta. « Hin tanti » la diseva « e tiri avanti» - se cammina, se cammina. BibliotecaGino Bianco
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