Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

I ROMANZI DEL PIANO QUINQUENNALE. Quando apparvero finalmente i romanzi, che avevano per sfondo il piano quinquennale, i critici russi segnalarono la nascita d'una nuova corrente letteraria: dai così detti « compagni di strada» (poputciki) · s'erano staccati, e s'avvicinavano alla posizione degli scrittori « prole– tari», romanzieri come Leonid Leonov e Marietta Sciaghinjan. Essi non s'accontentavano più della propria imparzialità piccolo-borghese, e volev-ano contribuire, come «alleati», alla ricostruzione socialistica dell'Unione. Sorse allora una polemica assai vivace, in cui i conten– denti s'accordavano solo nell'affermare il carattere proletario, che la letteratura russa starebbe assumendo con ritmo sempre più veloce. E, s.i potevano già temere conseguenze gravi,, di scismi e di scandali, quando una. dllliberazione delle superiori gerarchie sciolse le organizzazioni dei «proletari», invitandole a fondersi con quelle dei « compagni di strada», prima che anche gli « alleati» avessero consistenza di gruppo. Adesso, secondo notizie che forse non sono ancora invecchiate, autore– voli rappresentanti d'ogni tendenza, nominati per ispirazione di Gorkij, _hanno avuto l'incarico di riorganizzare la vita letteraria russa su basi nuove, unitarie. A giudicare dai nomi, è difficile che n~ derivi un'oppres– siva egemonia dei più intransigenti fra i cc proletari» .su tutti gli a-Itri: appunto per<ihé la letteratura russa è. ormai sulla via di divllntar prole– taria, nell'unico modo possibile, cioè dipingendo e interpretando la, vita del proletariato. Cosi, nel secolo scorso, essa era stata sopratutto la let– teratura dei, proprietari terrillri e degli intellettuali fuoriclasse: an-0he allor,a somale, nel senso che ha il termine in s<Yienz·e sociali (mentre la letteratura francese è spesso 8ociale nel senso che si dice convenienze so– ci<il'i). Il realismo poeti-00 del Puskin ricomparve, è vero, sotto varia forma, nei grandi artisti russi, da Lermontov a Gorkij, liber_andoli quasi sempre da un troppo impegnativo ossequio alla realtà del mondo che in– terpretavano; però la tradizione nazion!!Jle, inevitabilmente lontana da quelle ammirevoli eccezioni, che pur -la ·signoreggiano, si riconosce ap– pieno in queste parole del ·rurghenjev giunto alle soglie della vecchiezza: cc L'autore di Rudin, scritto nel 1855, e l'autore di Novale, scritto nel 1876, è una medesima persona. Durante tutto questo tempo ho cer– cato, per quanto ho potuto e saputo, di rappresentare e incarnare one– stamente',e imparzialmente in tipi adatti, e quello che lo Shakespeare chiama the body and pressure of time, e quella fisionomia rapidamente cangiante dei russi della classe colta, che è stata principalmente l'og– getto delle mie osservazioni» 1 ). Principio direttivo che; senza darle una 1 ) Prefazione al III volume delle Opere, nell'edizione del 1880. BibliotecaGino Bianco

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