Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

IL CENTENARIO DI LUIGI PULCI. Quando Pègaso alato, un mattino del maggio scorso, m'ebbe re– cata la lettera che il 30 dicembre 1485, tredici o quattordici mesi dopo la immatura morte del Pulci, il Magnifko Lorenzo inviava a Iacopo Guicciardini, oratore fiorentino a Milano durante la guerra contro papa Innocenzo VIII; ed -ebbi letto che Lodovico il Moro chiedeva a · Lorenzo « uno Morgante )), e che questi non solo s' affrettava a man– darglielo, ma ordinava al Guicciardini di esortare << destramente l) quel– l'avaro e mutevole signore a leggere davvero il poema per fare un dì << qualche bel colpo e cosa rilevata come si contiene molte volte in questa istoria ll; allora sì che, nel chiaro e dolce mattino di maggio, mi bal– zarono incontro i cavalieri, i giganti e le donne, che spesso nel Mor- · gante compiono bei colpi e cose rilevate, e non mica soltanto buffonerie, come si -suol ritenere; e insieme con loro mi venne avanti lui, mes,ser Luigi de' Pulci, che, cvedendo fondata a Firenze da un barone francese de' tempi di Carlo Magno la ,sua illustre C3/Sacelebrata dal dantesco Oacciaguida, trattava familiarmente principi e condottieri anche dopo che i debiti e il fallimento del suo fratello Luca l'ebber fatto chia– mare dal prete Franco << tristerel Gigi pidocchi ll. La dissepolta lettera del Magnifico (in Pègaso, IV, 5, pp. 516-517), il più bel contributo nel quinto centenario della nascita del Pulci, dovrebbe essere avviamento a liberare del tutto la vita e le opere di questo singolare scrittore dalle sconciature e falsificazioni dei bassi tempi e dei bassi uomini. -Siccome essa implicitamente distrugge la leggenda che il Magni– fico da ultimo si raffreddasse col suo già tanto caro « compagnuzzo )), c'induce a considerare attentamente le lettere che il Pulci gli mandò appena due mesi innanzi di morire, calde d'affetto, come sempre, sicure e raggianti, come non mai per l'addietro. Gli scrive da Bagnolo, dove, a dispetto dell'irrequieto papa Sisto IV, s'era stabilita quella pace, che a Lorenzo dava mano libera in Lunigiana; e segnò, così la data: << ne' felici campi, anzi elysii ll ; perché il vittorioso condottiero dei veneziani, Roberto da Sanseverino, e i suoi valenti figliuoli, a cui Luigi s'era legato da più anni con lealtà e con affezione, si protestavano parzialissimi per Lorenzo e per_ Firenze. E serenamente conchiude: << Ringrazio Idio d'ogni cosa che mi pare a proposito tuo e della ciptà, così possi seguire. Racomandomi ad te, e farò continovo il debito : che Idio tutti felicemente conservi ll. A Venezia si faceva << grande aparecchio )) per onorare i Sanse– verino. Messer Luigi, che ve li accompagnava, scrive a Lorenzo da V e– rona il 28 agosto, esortandolo, a nome del signor Roberto, d'affrettare BibliotecaGino Bianco

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