Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

564 E. Vittorini di esistenza borghese, e se detestava gli alberghi e le. camere mo– biliate era sempre il disgusto per una forma ancora di questa e.si– sterrza; null'altro e:he questo il suo horror lif6, cioè l'orrore della disarmonia, della banalità, d'ella trivialità e, anche, del decoro borghesi. Così quando parlava di darsi pienamente alla vita, ella inten– deva a~dare al di là dell'esistenza, borghese, e tuffarsi nel fiume leggero d'elle cose del quale si sentiva, Ònd'a ella stessa. Via nel mondo, via nel mondo, àt the lOI/Jelyworld )· .. Non si chiuse in sé, né si lasciò chiudere .... E quanta gioia a scappare! Come quando accetta entusiasta la malattia perché le darà il pretesto di scap– pare. « Il medico mi ordina di non passare un altro inverno in In- , ghilterra e d[ partire in settembre per ritornare solo in aprile. Quando ho sentito che diceva: - Voi dovreste andare in qualche posto come Teneriffa o Madera, ma essendovi impossibile, la Spà– gna o il Sud della Francia, faranno al caso vostro, - io non avrei scambiato d'avvero il mio polmone malato con un altro sano. Se rimango in Inghilterra egli dice che potrò diventare tisica. Alors 7 je m)en vais ! Ma io non riesco ancora a, credere che ciò sarà vero, e non riuscirò a crederlo se non vedo coi miei occhi una casetta rosa e due cedri davanti. ... >). Non v'è dubbio che questa sua maniera di vivere e di conoscere la vita, più si faceva intensa e profonda più doveva, tradursi in compiuta espressione artistica. E avvenne a poco a poco, insensi– bilmente ..-.. Già ho d'etto e ripetuto che al desiderio di scrivere si dedicò fin da bambina. Dalle letture sapeva che· cos'è arte, che cos'è poesia, e nel senso delle letture, con tutte le forze del suo ingegno, le cercava. In a German Pension e le novelle raccolte nel postumo Something Ohildish sono frutto di questa ricerca. E sono frutto letterario, culturale. Caterina, sapeva, quanto poco volessero dire, eppure ella credeva che continuando e perseverando, stu– diando, si potesse un giorno riuscire a, una cosa perfetta. Si pose persino a un romanzo, Maata, del quale non è rimasto traccia tra le sue carte, e lavorò, lavorò.... Il mestiere le sembrava senza scampo. E andava avanti, nella pura, fatica, confrontando la sua creatura con. quelle di Cecov e con la Nastasia dell'Idiota di Do– stoieskij. Ma la· sua fantasia cominciava a nascere verso altra parte. Solo come nota dispersa, fuori della zona battuta. «Piove; sono raffreddata e il mio fuoco è spento. Passeri fuori pigolano come pulcini. Cielo ! quale diverso mondo mi ricorda que– sto suono. Il sole caldo e i piccoli gialli batuffoli, così delicati, s?ll~vando nel becco fili d'erba, e Sheehan che mi porge il più P_ 1 ccrno avv?ltolato in una flanella per portarlo al fuoco della cli– cma. ··•)) S1 tratta quasi di un'intermittenza del cuore : un pigolio BibliotecaGino Bianco

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