Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932
Caterina Mans.fì,eld 563 vano mai tutta la sua anima, né formavano il lungo, ininterrotto lamento che si può credere ; si palesavano anzi come in un secondo piano, dal fondo, d'all'estremo profondo di nna gioiosa prospettiva di specchi e sole, venivano qua,-i da un luogo chiuso e sepolto, Se de_testava gli alberghi ella amava anzitutto partire, e adorava le terre nuove, il mondo improvviso che è fuori dalla finestra di una camera dove si dorme per la prima volta. Di quanti d'eliziosi risvegli, all'indomani, ella ha parlato, ad esempio, nelle sue let– tere ; « il primo sole, penetrando a fiotti nella camera, mi ha sve– gliata -'-- ho guardato fuori - e le piccole barche -da pesca con le vele rosse erano là .... >>; e con quale· senso di scoperta ha descritto volta a volta anche nel ritornarvi, i luoghi del suo cosidetto esilio ! Ospedaletti: « È un vero fairy tale .... E la campagna intorno, que– ste immense scappate romantiche! Me ne andavo girandolona, ser– rando in pugno il bastone di mamma.... Il sole mi teneva il suo braccio attorno alle spalle. E il mare aveva un suono - quello che a voi piace tanto. E c'era una brezza che entrava in gola come vino. Quasi nessuno s'incontrava. Solo, alla stazione delle vetture, due adorabili fanciulle cantavano qualcosa d'una scenetta d'opera pas– sando con grandi ceste di biancheria sulla testa, un ragazzo in pan– ciotto blu che si mangiava un tozzo di pane, e un cocchiere vestito di bianco .... Il solo lavoro che si vedesse fare era del giardinaggio. Si udiva la gente gardening, li si sentiva, ed era tutto ... :>>. Non direi, - perciò, - che Caterina si ebbe dalla vita un destino contrario; o del tutto contrario; questo vagare, questo non tro– varsi mai ferma e non mettere radice e non possedere una casa somiglia troppo al suo temperamento, e certo giovava alla sua sen– sibilità; in quest'aria continuamente rinnovata, quest'aria di moto, ebbero del resto sviluppo e fiorirono tutti i suoi rami; come s'ella fosse una pianta per propria natura viaggiatrice. Il suo bisogno di bontà, di felicità, e i pochi momenti buoni o felici che ebbe, non hanno nulla da dividere con gli ideali borghesi e sbagliano quei critici i quali, come quel tonto di marito, vogliono trarre da lei un insegnamento spiritualoide a fondo di pace, di sana coscienza e di conciliazione morale, sia nell'arte sia nella vita. Oh, c'era un'aspra gioventù in Caterina, ben altra linfa che la senile persuasione di cui oggi amano dipingerla quasi dispensatrice! C'era un'interna salute, un'aee1°bità, che anche ai suoi desideri più umili, della casa, d'el bebé, eccetera, dava un accento cli verde fantasia; la sua casa doveva essere un'isola, o un barcone ormeggiato a riva d'un porto oceanico .... Era la salute nativa di chi sa restare selvaggio in qualche parte di sé, malgrado la lunga coltivazione o anche la corruzione che gli si sono prodotte dentro, la salute di un Baude– laire o di un Rimbaud. Ed è inutile che Murry tenti di illudersi; Caterina non fu mai sua; ma sempre. in fuga dinanzi ad ogni forma BibliotecaGino Bianco
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