Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932
562 E .. Vittorini società preziosa di tanti falsi e piccoli intellettuali a cui Murry l'aveva iniziata, debolissima di salute e spesso inferma, ella s'era sorpresa talvolta adl annotare in margine alle sue cartelle di la– voro: « desidero vivere su un barcone con John per marito e un bimbo ché fosse mio figlio)); o a sognare un'isola deserta dove· riti– rarsi in pura coppia, in puro home. Ma nessun sollievo o appaga– mento le venne d'alle nozze in tal senso; povero quanto lei il Murry non potè offrirle nemmeno una casa, né poté risparmiarle di badare da sé, con le sue esili forze, alle esigenze elementari del vivere;: poi egli era troppo attaccato alle piccole vanità dell'uomo di let– tere, troppo ligio all'ambiente d'ella media intellettualità londi– nese e anche, - perché non dirlo ? - intrigato, interessato; e Cate– rina, per evadere dia quell'atmosfera soffocante di cui egli non sa– peva fare a meno, fu costretta ogni volta a partire sola verso un po' di mare o di solitudine. Ma viva e mord'ente le rimase, finché. visse, quella vecchia aspirazione della felicità intima, a tre, in una casa sua,. Con gli anni, sopraggiunta la malattia, si fece più cruda e ne ritroviamo quasi una ricorrente ansia nelle lettere: « Perché non h,o un vero home ? una vita reale ? Perché non ho una nutrice cinese in pantaloni verdi e due marmocchietti che m i corrono in– contro e mi si aggrappano ai ginocchi? Non so.no più una fan– ciulla, sono una donna. Io desidero delle cose. Le av rò mai? ... Mi ,. sento malata e ho voglia, voglia di vedervi, dli avere una casa per viverci insieme, e un piccolo bebé. Qualcosa, di troppo nero, troppo oscuro, qualche spaventevole cosa sembra nascere nella mia anima e seppellire tutti questi desideri. ... )). E questa fu la pena che tor– nava ad ogni nuova sosta d'el suo vagabond'aggio da una a un'altra stazione di cura. « I seem to 8pe·nd half my life arritving at strange hotels, ... e chied'endo se posso andare a letto senz'altro,, .. )) scrive nel J ournal in data 21 giugno 1918. E in una lettera del maggio precedente : « ..., gli alberghi, voi sapete, gli alberghi sconosciuti. L'orrore di essi. La smorfia per il servizio re-so, il perpetuo: - Vor– rete essere così gentile di portarmi su la posta appena arriva? - e un altro letto sconosciuto, e la gente misteriosa che si incontra nell'andare o tornare dal gabinetto .... Oh~ come detesto gli al– berghi ! So che mi tocca -morire in uno di essi. Sarò davanti a una delle solite specchiere con le loro tovaglie all'uncinetto, rac– <:oglierò un'esile forcina dti.menticata dalla Lady precedente, e morrò di disgusto. 13; addirittura ironico, amando come me, amando appassionatamente le belle stanze, i buoni mobili, la calma, essere costretta a bighellonare per camere e camere dalla carta a fiori o uccelli, mobiliata in quercia affumicata, con le eterne tendine di merletto - e questo bagliore dalle :finestre - questo spaventevole vuoto d'ogni angolo - questo senso di nulla dove nascondersi!..)). Ma questa e le altre sofferenze che la funestarono non occupa- BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy