Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

560 E. Vittorini sacrificata, in esilio; e certo non fu felice durante questo nuovo soggiorno nell'isola ; benché negli ultimi anni le sia parso di essere stata sempre felice, laggiù. Ora non era l'infanzia; l'incanto della villa col 2:iardino intricato intorno s'era rotto; i parenti, i fratelli non bast~vano per vivere, come vivono i bambini, di misteri fami– liari. Le restava la gioia della terra giovane, primitiva; l'immenso mare tra·fprsato gliela suscitava; e Caterina se ne lasciò portare: cavalcò in frotte d'i a.miche, o sola, alla scoperta della natura ver- · gine, spingendosi nell'interno d'ell'isola; e le brughiere del Wan– ganui, il lago Taupo, i vulcani di Ruapehu e di Ngauruhoe, attra– verso lande fumanti di geysers, furono << cose sue>>. Diciottenne, bella, amante di musica le piaceva anche raccogliere intorno a sé una società giovanile ; e avvennero molte partite di tennis, molti tè danzanti nel vecchio intricato giardino di Tinakori Road, che è il giardino coi karakas, del Garden Party. Quando poi questa vita di miss coloniale, che avrebbe dovuto consumarsi in attesa dì un marito e con un matrimonio farsi più larga, più calma, quando questa vita la rese satura, o a lei parve esserne satura, e insofferente, ecco Caterina armarsi contro i ge– nitori. Parlò di libertà, di bisogni intellettuali, di conquista del mondo, eocetera, e chiunque, nei suoi panni di vocazione letteraria, sentendosi a diecimila leghe distante dalla letteratura, come lei si sentiva, si sarebbe battuto per gli stessi argomenti. Ebbe la libertà e partì, coi bagagli d:i una partenza per sempre, e con una magra pensione. Le diecimila leghe si capovolsero in una distanza spaventosa dal luogo degli affetti. L'isola scomparve per lei dalla faccia della terra; e fu sola nella realtà dl'ogni giorno. Per vivere, semplicemente per vivere nel senso di durare, occor– reva logorarsi. Dava lezioni di piano, di casa in casa, e non ba– stava. Si inserisse a una compa,gnia dirammatica, poi a una d'opera, cantò. Poi ammalò; per guarire le fu ordinata una cura di bagni minerali P Caterina si stabilì in una cittadina termale d'ella Ba– viera .. Furono giorni terribili; di miseria, di solitudine, fra gente che non le risparmiava il disagio di sentirsi anche straniera. Rua sola compagnia nel mond!o era un ~astagno che le stendeva una frond!a dentro alla camera ogni volta ella apriva la finestra. Il resto segatura e sabbia. Life was like sawdust anà sand, scrisse di quel tempo. Leggeva Nietzche e i russi, tutti i russi, specie Cecov, e in questa duplice atmosfera di piombo, che non le dava tregua, della realtà e delle letture predilette, opaca, torbida nella sua vera personalità, scrisse una quindicina di novelle che le furono volta a volta pubblicate d'alla rivista The New Age, quindi raccolte in un volume arparvero nel 1911 sotto il titolo In a German Pension pres~o l'erlìtore Stephen Swift di Londra. Più che novelle, ritratti, impressioni della piccola borghesia BibliotecaGino Bianco

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