Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

L'Andreana 549 / bito, alla Pasta Asciutta e al Disturbo. Questa conserva ? Che ne volete fare ? Si vende ? - Venderla? Ma .... c'è un uomo, c'è un uomo! Io ho il mio Fortunato ... il mio Fortunato .... - Dimenticavo il vostro ragazzo. Credete che quando torna vorrà adattarsi al nostro mestiere ? - Non lo so, non lo so. Ecco quel che bisognava chiedergli, Anita. Non dovevamo lasciarlo jpartire senza mandarlo da Nondo. E noi invece abbiam voluto che facesse una passeggiata alla spiag– gia, per prendere aria. - Per prendere aria, - ripeté il pescivendolo quasi senza vo– lerlo. - La chiave della vostra cons~rva l'ho io; doveva almeno venire d'a me per vedere quel che c'è dentro. Ora che gli fanno fare in Qapi taneria ? - Mi pare .... - rispose Anita con voce spenta - il piantone. - Ved'ete? Il piantone. Io dico che la conserva la vende subito al migliore offerente. Sì, questa .sincerità,. questa disinvoltura non piacevan troppo alla vedova. Non le pareva infine una cosa tanto riprovevole che nella famiglia d'un pescivendolo ci fosse una ragazza che leggeva l'Orlando Furioso e il primogenito che voleva fare il signore. Ora lasciò capire con un cenno del capo che al primogenito non si po– teva mancar dli rispetto. - Sapete? Per una mamma è una responsabilità. Non voglio che il mio Fortunato un giorno mi dica che aveva il mestiere pronto, il mestiere del padre e dei_vecchi, e io gli ho venduto la conserva con quello. che c'era dentro. Meglio avvisarlo prima, lasciar deci– dere a lui. Anita, Anita, domani scriverai una bella lettera a tuo fratello. Lasciate fare a lei, - disse a Nond'o con un sorriso di compiacenza. - Le lettere le scrive meglio della Scrivente An– nunziata. Il buon amico annuì, anche perché aveva scarsa opinione della Scrivente Annunziata come distillatrice di lettere d'affari e gli pa– reva che le lettere dette d'amore fossero molto probabilmente il .suo forte. Ma a questa brava ragazza ch'era giunta con tanto garbo al grado di maestrina pur essendo figlia e nipote di pescivendoli egli doveva tutti i riguardi, e non avrebbe avuto nulla da dire sulla delicatezza e bianchezza di lei, ch'erano il retaggio di chi ha studiato sul serio, fino al diploma e all'anemia. A questa d'olce creatura, a questo angelo egli rivolse uno sguardo d'ammirazione come a una statuina. - Bene. Si deciderà quando il ragazzo avrà detto quel che ne pensa. Per tutto il resto m'incarico io. Domani o doman l'altro par– lerò col paron del Crocifisso e i crediti delle taglie nelle diverse fa– miglie li riscuoterà il sottoscritto. BibliotecaGino Bianco

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