Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932
548 M. Moretti aspettava apparentemeiite con calma. La figurina ne1·a, esile e dignitosa della <<signorina)) le stava accanto, immobile, a guardia. L'omone inanellato entrò e fu invitato a sedere -dinanzi alla ve– dova del suo povero amico e non pareva intimidito,-ingenuone come era, né aveva intenzione di dare imiportanza ai vestiti neri e ai ve– stiti rossi, perché veniva per fare del bene. S'era vestito discreta– mente anche lui, aveva tutti i suoi anelli, le sue medaglie, i suoi ciondoli, la sua sterlina, il suo oro di pescivendolo, era coperto _ d'oro come conveniva al suo grado e a primo a~etto pareva ricco sfondato. (Anita pensò che anche suo padre era sempre parso dovi– ziosissimo) . .Ma ancbe senza oro l'omone di cinquantacinque-cin– quantasei anni, con quell'eipa, quel collo e quella cotica, con quei manoni lavati male in un secchio o nella conca di pescheria, non ingannava nessuno : ci aveva scritto- in fronte o << pescivendolo )) o <<ubriacone)), come dire che di qui non si scappa. Guardava intanto le due infelici, la figlia vestita di nero, la madre vestita di rosso, parendogli di dover scegliere una delle due, la vecchia o la giovane, per mischiarla in una diavoleria da cui scaturissero scudi. · - Sì, la mia Andreana, - disse finalmente rivolto alla vedova, - sono venuto a 1parlar d'interessi ora che vi siete messa tran- quilla. - Poi si volse sorridendo alla giovane: - So che qua si parla in lingua it;:tliana, la più bella del mondo, ma io continuo a parlare in dialetto perché sono un grande ignorante.· - Tutti siamo ignoranti, - rispose in dialetto la vedova esclu– ,dendo con un gesto l'Anita. - Che cosa volete che si sappia se abbiamo fatto appena la quinta ·? - Io ho fatto :fino alla terza. - Non importa, sapete fare i vostri interessi, - replicò la ve- dova indicando questa volta le monete e i ciondoli dJ'oro. Lui alzò le spalle, un po' volgarmente. Discorsi inutili: tanto 1per cominciare : e ora basta. - Dunque, la mia Andreana, le cose stanno così. Ci sono debiti e crediti; il paron del Crocifisso deve aver tanto, il paron d'el Ri– fiuto deve aver tanto; c'è un'ipoteca.sulla conserva, c'è un pezzo di barca (non più d'un sesto) ed è la Clorinda di cui possiedo anch'io il mio pezzo. Avete la casa, avete qualche altra cosina. Se volete, il vostro pezzo di barca potete cederlo a me e i crediti delle ((ta– glie)) nelle diverse famiglie li riscuoterà il sottoscritto. - Disse « il sottoscritto)) con una certa pompa, in italiano, rivolto alla ra– gazza istruita .. Segui un breve silenzio. - E là conserva ? Che ne facciamo ? Qui dovete decidere voi. - E il Disturbo? - azzardò lei come sviando il discorso. _ Affari non ce n'è col Disturbo? - State tranquilla : son coperti tutti gli anticipi fatti al De- BibliotecaGino Bianco
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