Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

L'Andreana 545 troppo matura, o a certe esalazioni d'un fango certo di squero, e poi la zucca cotta, la zucca barucca, assaggiata e gettata in ca– nale. E dire che lei il desiderio di queste ed altre orribili cose, rifiuti d'erba.ggi, frutta marcia, esalazioni e fetori, l'aveva avuto 1Per più di vent'anni, ma si era- risentita anche giovane in fondo a una calle, nel più chiaro mattino della sua vita, al passaggio delle carriole di frutta e verdura, tutte ben colorite e fragranti di pomi, pesche, susine, uva fragola, peperoni e pomod'ori da riso : e si sentiva giovane incinta con una voglia spasmodica di pomo– dori da riso e di pannocchie arrostite e di non sapeva più bene che cosa. Sì, ecco, ric<_>rdavache nel più chiaro mattino della sua vita, in una calletta di Chioggia, in una casa color di rosa, tutta screipolata, era stata incinta di lui, Fortunato, sì che la vo– glia d'ella pannocchia arrostita o d'altro pessimo cibo era per colpa di lui, del suo Fortunato, che già bussava alla porta d'o:ro del mondo. Come mai il non più giovane sposo s'era incaponito a « la– vorar col pesce» lassù? ·Ve lo aveva chiamato un senso d' av– ventura o d'atavismo o la gran fama del paese dei primi pescatori del mondo o l'amidzia d'un parone di barca che vantava quest'altro mercato o gli stessi ,parenti rimasti lassù e che dovevan poi rico– noscerlo appena, essergli infidJi, cavargli danaro? iMa c'era un'altra cosa che lei .ricordava senza disgusto, quasi con una dolce pietà di se stessa, ed era una gestazione difficile, orrend'a come le scre– polature, il viscidume, i rifiuti, il pavimento dii cucina che pa– reva un fondo di laguna, il !Pavimento del tinello che pareva un fondo di barca: ah no! una SIPOSinanon dovrebbe soffrire, essere umiliata così. Aveva chiesto aiuto alla _ziaFelice Pagan che di queste cose s'intendeva e fra i parenti di suo marito non era proprio cat– tiva, poi alla levatrice e al dottore, e il dottore aveva aggrottato la fronte quando si era trovato dinanzi a un caso d'emorragia non dolorosa, causata, diceva lui, dalla «placenta», che la levatrice chiamava invece, più bonariamente, ccseconda)) .... Allora lo sposo non basta a consolarla, a levarle la paura di d'osso, a ridarle il sorriso e il piacere della creatura, e ci si mette di mezzo l'autorevole zia che par ne sappia quanto la comare, e la donna fa anche certe generose promesse, non mantenute poi, se la creatura nascerà bene, se verrà cioè tutt'intera e non a pezzi, tanto insomma da farle il battesimo. Un battesimo di quelli di Chioggia: ccDe suso, de suso le cìcare con i gotesini. .. )). Ma è certo intanto che lei non potrà sgravarsi nella casina color di rosa, dove tutto è infetto e corroso, dove i pavimenti sembrano fondi di barche o di laguna, e d'ovrà andare invece al suo bravo ospedale, in una bella camera a paga– mento, come se si trattasse di un'operazione (aprire e cucire) anzi che d'un semplice parto in un paese dove c'è come la specialità dei 36. - Pègaso. BibliotecaGino Bianco

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