Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932
590 O. Alvaro nella storia, o nell'economia, o nella :filosofia, ma non me ne venne nessuna. Ella mi guardò ironicamente e lasciò cadere : - Strano, credevo che almeno gl'italiani lo sapessero. Non è dunque una la– cuna soltanto mia. - M_iparve che mi parlasse con una punta dli ani– mosità che non mi spiegavo. - Un altro problema, ella seguitò, -:-– è quello del caldo. In Italia i negozi si aprono e si chiudono con- lo stesso orario, tanto d'inverno che d'estate. Un adattamento alle cond'izioni dell'ambiente e del clima non è ancora avvenuto in Italia. E questo è un problema che nessuno ha ancora risolto ra– zionalmente .... - Ella parlava con precisione e serietà; parlando abbassava gli occhi, come se avesse troppo da pensare entro di sé per potersi distrarre; solo si guardava di quando in quando l'anello che portava al dito; la sua !Pronunzia era fortemente dentale, la sua lingua picchiava forte nella chiostra dei denti, il labbro la ribatteva con una smorfia risoiuta, e i suoni che ne uscivano ave– vano la secchezza dli un ordine. - Generalmente, in Africa si segue tutt'altro orario, e v'è una razionale rispondenza del clima con le abitudini della vita. - Io osservai che in Italia non fa caldo come in Africa; ella fece una smorfia convenzionale : - ,Sono sicura che gl'italiani lo sentono, perché dJ'estate, nei negozi, i clienti sono costretti a servirsi da sé, perché i commessi non hanno la forza di alzarsi. - Io osservai che non mi era mai accaduto di vedere un fatto simile. Vi sono diverse maniere dli far sentire a uno straniero la sua condlizione: i francesi lo interrogano; i tedeschi espongono le loro impressioni di viaggio, e tentano di da,re un fatterello tipico, che dovrebbe racchiudere un simbolo del paese visitato. Io credevo che d'iscorsi come quelli si facessero soltanto fra gente molto ele– mentare, e invece a queste cose non esiste limite né livello sociale. Fu la volta d'ella signora manierosa, la quale narrò la sua avven– tura con un giovane, naturalmente italiano, il quale, salito con lei su un treno a Verona, solo per averla veduta in istrada, la seguì fino a Vienna; a Vienna si presentò in casa di lei, e alla presenza del marito, poiché ella aveva allora un marito, dichiarò di amarla e di avere assoluto bisogno di lei, !Proponendo àl marito che se ne separasse ·e gliela cedesse. - Io trovo, - disse la esigente signora che aveva parlato prima, - che questa è una prova di eccessiva fe– d'eltà: in genere gl'italiani si innamorano in un baleno, in una notte delirano, in una giornata si rimettono in equilibrio, e il giorno dopo vi guard'ano come se non vi avessero mai conosciuti. - Lo svedese aggiunse per suo conto l'esempio di quel principe sve– dese il quale, dopo aver promesso a una fanciulla italiana di spo– sarla entro tre anni, per tre anni non si fece mai vivo, se non iper mandare alla :fidanzata un augurio il giorno del suo compleanno : tre anni dopo, esattamente nel giorno :fissato, arrivò a Roma per impalmarla; e la fanciulla era stata àmmonita per tre anni da tutte BibliotecaGino Bianco
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