Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932
422 G. M. Gatti soprabito pesante ad una veste da camera di lana gr1g1a, da un portasigari tascabile ai gemelli d'oro, dalle cravatte ai bocchini di schiuma: « insomma tutto ciò che può immaginare una fantasia orientale)). E quando, la sera, del 3 giugno, alcune centinaia di am– miratori organizzano una ;fiaccolata e si recano sotto le sue finestre a cantare i cori del Vascello Fantasma e del Tannhiiuser, sorpreso e commosso, - riporta il Olasenapp, - parla dal balcone d:ella casa ed esprime con parole cordiali la sua riconoscenza. ·Questo è il clima, vorremmo dire dannunziano, più favorevole alla creazione wagneriana. Ma pure il desiderio di una creatura amorosa è sempre più as– sillante. Quando in tutta serietà, mi volgo a me stesiso e mi chiedo quale sarà l'avvenire, una sola via di salvezza mi si presenta .. Mi manca una casa: non materiale ma morale. A maggio avrò cinquant'am;ii. Non posso sposarmi finché vive mia rrwglie, né posso separarmi da lei per le condizioni di salute in cui si trova, per cui il più piccolo colpo po– trebbe avere conseguenze mortali. D'altra parte essa sopporterà tutto purchè siano salve le apparenr,e legali. Tu vedi dunque come in queste condizioni io corra alla rQvina ! Mi manca una creatura femminile che si risolva, nonostante tutto, ad essere per me ciò che in queste do– lorose circostanze può essere una donna, e deve essere perché io possa riuscire ancora a qualcosa. Forse mi fa velo un'eccessiva stima di me _ stesso quando mi giudico tale che una donna p9ssa dedicarsi a me in condizioni sì poco favorevoli, e non tenga conto di quel complesso di convenienze e di rapporti sociali di cui non si cura, nel pensare e nell'operare, un uomo come me. Non sarebbe neppur necessario di dirle, per tranquillizzarla, che in altri paesi e in altri ambienti so– ciali la condizione in cui essa verrebbe a trovarsi non susciterebbe al– cuna obiezione. Basterebbe che pensasse che, agendo in questo modo, si eleverebbe molto al disopra di tutto dò eh' è ordinario e comune .... Tutto questo io dico a me stesso ! Dio mio ! a quante persone appunto non si dovrebbe dire ? Ma non riesco a calmarmi. Il desiderio cresce: non trovo una via d'uscita: ognuna mi conduce all'abisso. Né Reno, né Biebrich, né qua né là! ... Voglio avere al rriio fianco una donna, amata, anche se ella sia allo stesso tempo una bambina! E penso : dovrebbe p·ur trovarsi colei che ti ama abbastanza per far questo .... Che cosa rispose Matilde a questa chiara proposta ? Di certo, dovette rammaricarsi e rimproverare con dolce fermezza l'amico lontano, se nelle lettere che seguono immediatamente a quella ci– tata (del 4 gennaio 1863) non sì parla più della cosa ed in quella. del 1° febbraio si possono leggere frasi come queste: .. .. Non. insistere perché io ti spieghi una delle mie espressioni, in modo _che tu possa trovarvi la conferma di qualcosa ,di spiacevole e di o_ffensi,voper te .... Talvolta mi sento spinto a fare delle domande BibliotecaGino Bianco
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