Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932
396 F. Crispolti volata da un'imprudenza somma. A sera tarda, epperciò alla sola luce dei lumi, invece di organizzare le cose in modo che il Re di– scendesse dalla parte posteriore del palco in uno spazio riservato donde ripartire tranquillamente, le carrozze pel ritorno furono cortdotte d'al lato anteriore, nella strettissima corsia non sgombra di spettatori e di sedie, iu modo che i cavalli non erano liberi di procedere, né libero di circolare intorno alla ral'rozza reale il per– Rona]e di guardia. L'asfiassino, addossatosi allo ste<:rato, aveva po– tuto così scegliersi un posto ove aver a tiro comodamente e ben distinta, la vittima. Del resto, salvo la polizia, tutti a Monza avevano preveduto qualche gran confusione, per l'ora tarda e la ristrettezza dello spa– zio. Parecchi avevano detto : « Vada chi vuole, io non mi ci avven– turo>>. E si era cercato di dissuad'erne il Re, non dalla Regina sola come si disse, ma d'a parecchie altre persone viste in giornata. Se– nonché queste ultime avevano ad'oprato un cattivo argomento; gli erano andate dicendo che prevaleva tra i ginnasti l'elemento sov– versivo, e che egli avrebbe potuto incontrare qualche. manifesta– zione ostile. A ciò ris1Pond'evache era tranquillissimo; che essendo stato invitato non gli si sarebbe mai mancato di riguardo, e che erano bravi giovinotti di cui si fidava interamente. La sua non fu dunque spensieratezza, fu fiducia positiva, e più positivo quindi il tradimento dell'anarchico. Di là rifacciamo la via che fecero di gran galoppo le carrozze di Corte nel funebre ritorno. Distava poco il campo ginnastico dalla Villa Reale. Ma era stata commessa una nuova imprudenza; pro– curare adl un ferito le scosse d'una, simile corsa. Entro dal cancello di fianco e mi tornano in mente le parole che Umberto disse nel circolo di Corte dopo l'attentato di Acciarito: - Sinora l'ho scampata perché hanno adoprato il pugnale; quando adopreranno un'arma da fuoco sarà finita per me. - E siccome una dama, che me lo ra-ccontò, gli rispose : - Ma la polizia che ci sta a fare ? - egli replicò : - La polizia ? Vedrete che bel processo verbale farà sulla mia morte. - Non potete credere che effetto facesse il ripensare a quelle parole, lì, dove il Galeazzi, l'infelice ispettore del 20 luglio, aveva cavato di tasca appunto il suo bel processo verbale per mostrarlo a molti, smanioso di far sapere a quanti più poteva, che in quelle carte era la sua giustificazione. Ma la indignazione generale non era contro i funzionari; era contro il governo per aver mandato. via dal servizio di Corte l'i,spettore Piano, che da anni aveva l'ufficio di coadiuvare il Galeazzi ed era notissimo per l'abilità, la prontezza e la stefifia forza fisica. Il go– verno, - non ricordo se sotto il ministero Rudinì, o Pelloux, o Sa– racco, - aveva detto che burocraticamente non era regolare, nè consona alla buona economia la 1Pre8enzadi quell'ispettore sopran- BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy