Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932
278 O. Zaghi desco. Basta, mi fermerò a Lugano, prenderò altre informazioni e vedrò : la disgrazia è che quell'amico sia ripartito per Londra. « Ora sento che debbo parlarvi della vostra sorella: ma vi debbo dire prima dii tutto che se la sventura che ci colpisce fosse colpa mia, avreste il diritto d'indirizzarmi serii rimproveri, come uomo di famiglia. Ma non sono io che l'ho provocata questa sventura; mi si è fatta una situazione eccezionale, e l'azione delle autorità si è esercitata ,sopra di me con una serie di bassezze ,sino a tenermi in prigione 36 ore dopo che il decreto di scarcera,zione era stato firmato .... « Quanto alla mia liberazione essa è dovuta alle energiche pro– teste che il Diritto, la Riforma ed altri giornali di Firenze fecero contro le studiate lentezze colle quali si mandava avanti il mio processo. Questa influenza della ,stampa fu tale, che pochi giorni dopo l'apparizione degli articoli che rimproveravano il pubblico mi– nistero, il Ferreri mi fece avvertire che· pochi giorni basterebbero alla giustizia per prendere una risoluzione. Ma ciò non basta an– cora; infatti, sapendo che alcuni deputati si preparavano a fare una interpellanza per avere contezza, d'ell' operato •suo, egli chiamò il mio avvocato,. gli fece vedere gli atti del processo, gli assicurò che non aveva contro di me proceduto con acrimonia né passione e c.h'egli desiderava che i miei amici della stampa e del parlamento fossero assicurati della sua lealtà!, e nel medesimo tempo egli scriveva al ministero consigliandolo di sfrattarmi. ... Egli (il Questore) ,sa l'in– teresse che prese' per me la stampa libera dJi Parigi e di Berlino protestand'o contro il mio arresto ; egli ha trovato nel mio baule lettere di Guerrazzi, di Oairoli, di Asproni, di Garibaldi e di molte altre peI'sone influenti.. .. Riguardo alla Ninetta essa si è dimostrata di una energia e di un coraggio instancabile. Il suo dé-iJ01,ement per me è qualcosa d?incredibile. Tutti i giorni faceva la straida che co– noscete voi, poi girava in città, veniva a vedermi e ritornava stanca morta a casa nostra: e questo con scarpe rotte. Viveva di sacrifizi per portarmi un po' di carne e di vino in carcere .... Non poteva la– vorare, spendeva ogni giorno e senza l'aiuto dli cui vi ho parlato, un giorno senza pane ,sarebbe venuto!. .. « Come vi ,scrissi io dovevo partire martedì mattina alle ore nove. Informata di quanto accadeva, la Signora Assing fu dal ministro dell'interno a chied'ere 'a lui, Oadorna, riparazione dell'ingiustizia fattami dall'odiato Gualterio' (sono le proprie sue parole). «- Questi stranieri amano l'Italia a modo loro e non a modo no– stro, - rispose il ministro. . «-:- È vero, - disse l' Assing, - vi sono délle differenze nelle idee m tempo di quiete, ma in tempo di guerra tutti amano l'Italia aid un modo e vengono per lei a sacrificarsi. «-Mail Sig. Estival trovasi in una situazione eccezionale. Noi BibliotecaGino Bianco
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