Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932
274 C. Zaghi nianre, lo vedfamo presente, fra i più aecesi, e prodigarsi per in– trodurre armi in città e per promuovere quella sollevazione che fu poi soffocata nel sangue. Risulta però da una sua lettera, ri– portata più innanzi, ch'egli non condivideva l'opinione di Mazzini nei riguardi d'un moto in Roma; l'esperienza, la conoscenza che aveva della città e dell'indole degli abitanti e d'ella situazione dei diversi comitati d'azione, che non facevano che intralciare le aspi– razioni e gl'intendimenti dei più retti e dei meno esaltati, lo ave– vano convinto che, non solo un tentativo in città dava poco affida– mento dli successo, ma che il carattere repubblicano di esso poteva « rovinar tutto, sembrandomi in questo momento i romani poco propensi per una tale forma di governo ». È evidente, da tale affer– mazione, che i consigli espressi' da Mazzini nella lettera su -citata, dovettero avere poca forza sull'animo dell'Estiva! che, pur di aver Roma, non faceva, come Garibaldi, questione né di Repubblica né di Monarchia; al dlilemma però egli avrebbe preferito, dato le con– dizioni della città, un moto avente carattere monarchico, il quale - dava più dell'altro affidamento di riuscita. Si differenziava in– somma nei mezzi, ma il fine era eguale e la passione che li animava non meno profonda e sentita. Si spiega così come l'Estiva! seguisse Garibaldi nella campagna romana quando il generale, rompendo gl'ind'ugi, urlava: A Roma, a Roma. Mi conferma in questa ipotesi la lettera di Mazzini che qui se– gue, piena di una intimità e di una franchezza che non si saprebbe spiegare se non si ammettesse da parte dell'Estiva! una conoscenza sicura e profonda degli ultimi avvenimenti accaduti e degli screzi che divid'evano i due grandi italiani. È il preludio di Mentana, quando la cond'anna di Mazzini suonerà, nella bocca di Garibaldi, ingiusta e crudele. ' La lettera si riferisce all'andata di Ricciotti Garibaldi a Lon– dra per incarico del Comitato di Firenze allo scopo di collocare i famosi Bitoni di Soccorso emessi per costituire i fondi della spe– dizione nell'agro romano e portanti quelli da 100 lire la firma auto– grafa del Generale 1 ). Si sa che la mi,ssione non ebbe l'esito sperato perché Ricciotti sentì dire « che Mazzini aveva scritto a tutti, che egli disappro– vava la, spedizione)). Mazzini reagì violentemente all'accusa scrisse a Garibaldi chiarendo la situazione e non avendo avuto nes~una ri– spos~ ~ fa~end'osi le accuse a suo riguardo ogni giorno -più insi– stenti, mcaricava Virgilio Estival, con una stupenda lettera dove 1 ) G. E. 0uRÀTULO, n dissidio tra Garibaldi e Mazzini, Mondadori, Milano, 1928, pp, 262-64. BlbliotecaGino Bianco
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