Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

LETTERE DI ARRIGO BOITO. Arrigo Boito visto da Matilde Serao : « Uh, che flemma. Giacosa una volta che ci ha veduti insieme ci ha chiamati il polo e l'equatore. E la casa di Boito, coi bronzi cinesi freddi gelati, e il pianoforte nel- 1' ombra come fosse il sofà ùel _peccato. Ma è un mago. Con quegli -0cchiali cascanti vede tutto. Una volta la Duse andò a trovarlo e dopo un minuto quello le chiedeva: - Eleonora, chi vi ha scritto il biglietto che tenete in seno ? Non potevate fare a meno di portarlo proprio qui ? - ». Le parole sono riferite da Ugo Ojettì. Raffaello de Ren,sis ha sviluppato, in prefazione al volume di Lettere boitiane 1 ) da lui raccolte e pubblicate or ora in sontuosa veste tipografica, questo mo– tivo della flemma, o almen~ della calma e del pieno autodominio: « Per tener lontane le mosche aveva fatto collocare nelle finestre del suo studio delle· sottili reticelle; ma qualcuna vincevai l' Ol;ltacoloe s'intro– .duceva a visitare il maestro. Il quale •sapeva provvedere anche a questo. Prendeva un bicchiere e lo capovolgeva sopra un foglio di cairta, fa– ceva entrare la noiosa creaturina nella prigione, poi, delicatamente, la trasportava all'aria aperta e la rimetteva in libertà». Vero è che una· volta il musicista, sollevando gli occhi assorti dalla sonata op. 26 di Beethoven, sollevò anche le mani dai tasti per chiudere con violenza il libro cosi da schiacciarvi dentro, - tra 1~ battut.e del secondo tempo, intitolato, vedete un poco, marcia funebre in morte di un eroe, - una mosca più impertinente delle altre. E vero è, che tanto ironica frigi– ,dezza con la Duse, - lascio la responsabilità del giudizio a donna Ma– tilde, - trovava la sua contropartita in altro aneddoto narrato la prima volta ,dal Bellaigue all'Ojetti, e adesso rinarrato dal de Rensis. Quando la Duse andò la prima volta a Parigi a recitare, Bellaigue chiese a Boito che cosa dovesse dirle da partè di lui. - Tu devi dirle ch'ella è l'anima più alta che tS:i;:i, al mondo. - BeJ.laigue, puntuale, ripeté il messaggio. E quella: -· Rispondete a Boito ch'egli è l'anima più pura che io abbia conosciuta. - , Sj parlavano, - concludeva Bel- 1aigue ripetendo i messaggi e sorridendone paternamente, - come da una stella all'altra, .csenzabadare alle nuvole. . De Rensis ha dunque ragione solo fino a un certo punto (e lo la-· sci~ capire, del _resto, egli medesimo tra le righe), quando afferma che B01to, quale abbiamo imparato un po' tutti a figurarcelo giudicandone 1 ) Lettere di Arrigo Boito, raccolte e annotate da RAFFAELLO DE RENsIS, con disegni di MEMMO GENuA e due autografi. - Società editrice di « Novissima », :Roma, 1932. L. 50. BibliotecaGino Bianco

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