Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

ll Leopardi e il Ranieri, .Fanny e Lenina 185 Alla malattia di Antonio tenne ,dietro quella di Giacomo che lo costrinse parecchio tempo in letto, e g:Pimpedì di distrarsi cdn gli studi nelle biblioteche, con la visita dei monumenti di Roma con ' le gentili e c6lte conversazioni. Invece, egli fu fortemente contra- riato dal vedersi intorno una mano di recanatesi, egregiamente rappresentati cla, quel figaro Piersantelli, della cui ind'iscreta e malign,a curiosità· parta il Ranieri nel Sodalizio. Non può dirsi tuttavia che i due sodali non avessero avuto affatto mod'o, nel tempo della loro dimora in Roma, di partecipare a mond'ani conve– gni; agevolati in ciò, se non dallo zio di ,Giacomo marchese Carlo Antici (del quale Giacomo ai torto dolevasi con la sorella Paolina, quasi che lo avesse non curato o sfuggito), dal cugino Melchiorri e da altre persone conosciute nella sua prima d[mora romana. E in re·altà, Giacomo, non ostante la sua innata ti:r;nidezza, era meno alieno di quel che possa supporsi e di quel ch'egli stesso in buona fede si riteneva, dalle conversazioni mondane, specie se vi parteci– passero giovani e belle ,donne a cui potesse ispirar qualche cosa nel- 1' animo e dalle quali potesse ricevére, se non altro, qualche dimo– strazione di stima. Non mancò quindi, per quanto poté, ai. ritrovi in casa Carnevali, ove, sensibilissimo com'era al magico potere della musica, si deliziava nelle melodie belliniane; e ad! altri anc6ra 1 ). Se tale era Giacomo, non è a dire quanto cercasse le con– versazioni e i ritrovi il Ranieri, al quale i ,pregi fisici, la facile loquela, il desiderio di brillare, la fatua persuasione che nessuna donna potesse resistergli, quel morboso romanticismo che gli fa– ceva assumere pose ultra-sentimentali, contribuivà.no a creare la nomèa di uomo fatale. Così dunque, ,tra le angustie economiche, tra le malattie e le mondane conversazioni, passò per i due amici quell'inverno romano, che il Ranieri fece credere destinato a giovare alla salute di Gia– como col sottrarlo ai rigori dell'inverno fiorentino. ·Mentre Antonio si deliziava della vista dell'adorata Lenina, tanto più bramata quanto più contesagli dal marito, e aggiungeva così sempre nuova esca al suo fuoco ; Giacomo rivedeva con la commossa immagina– zione colei che tutta e sola era l'oggetto del suo pensiero domi– nante, e reprimeva la sua passione scrivendole il 5 dicembre una lettera, ch'è un capolavoro di circospezione, dli devozione, di ac– corato e·trepìdo desiderio sapientemente travestito in rispetto .. Ma poichè il corso delle recite al Valle era sul finire, e la compagnia Mascherpa levàva le tende per trapiantarle a Firenze, anche i due sodali si prepararono alla partenza per la stessa città, ch'ebbe luogo l) Sul « Leopardi mondano» ha scritto buone pagine G. FERRETTI, nel suo Leo– pardi, Aquila, Vecchioni, 1929. BibliotecaGino Bianco

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