Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

IL LEOPARDI E IL RANIERI, FANNY E LENINA. La mattina del primo ottobre 1831, due giovani uomini di ben jiverso aspetto; l'uno bello e aitante della persona, d'animo ar– dente, pieno dli fiducia nel vigore de' suoi ventiquattro anni; l'altro emaciato, pallido, come preoccupato di occultar con pudore la troppo visibile gibbosità della schiena e del petto, bello solo negli occhi illuminati di pensiero ; entravano in una carrozza presa a nolo da un .tal Vincenzio Mocali, proprietario di vetture in Firenze ; e s'incamminavano, soli, per la via di Siena, alla volta di Roma. _ Il viaggio, se non ebbe incidenti spiacevoli (e poteva anche averne, poiché le strade erano orride e mal sicure), non dové esser tuttavia de' più alleg;ri, a cagione dello stato d'animo de' due viaggiatori. Le selvagge bellezze de' luoghi attraversati non potevano troppo parlare al cuore e alla fantasia di essi, che pure avevano entrambi l' animo disposto dia natura ad ammirarle e gustarle. L' uno, il giovine napolitano Antonio Ranieri, sebbene fornito di varia cul– tura, era tirato verso Roma, non certo dlalla venerazione per la città 'eterna, ma da una veemente passione amorosa per una giovine donna, di grandi attrattive e di rari talenti artistici, che appunto in Roma recitava allora al teatro Valle· con la compagnia Ma– scherpa : la ,Maddalena Signorini, moglie del comico Ferdinando Pelzet. L'altro, il conte e poeta recanatese Giacomo Leopardi, era invece legato a Firenze dalla passi.one disperata per un'altra fa– mosa bellezza, la signora Fanny Ronchivecchi, moglie del profes– sore Targioni-Tozzetti, dalla quale non senza riluttanza e dolore s'allontanava. Accrebbe la tristezza del loro umore la noia del viaggio, e il disagio di quattro notti passate in squallidi alberghi. Finalmente, il giorno 5 smontavano, affranti, in un appartamen– tino fissato per un mese in via Carrozze ; donde, essendosene trovati assai malcontenti, si trasferirono in un altro a via Cond'otti, molto costoso e poco confortevole anch'esso ; e vi rimasero fino alla par– tenza per Firenze, che doveva avvenire nel marzo del '32. Se è spiegabile l'impazienza del Ranieri di recarsi presso la sua fiamma, non si spiega facilmente perché il Leopardi si sobbar– casse agl'incomodi e alle ·spese di un viaggio, che lo ~llontanava da BibliotecaGino Bianco

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