Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

Bilancio garibaldino 169 in italiano, è certo che ciò non fu perché parlasse male il porto~ ghese. Garibaldi, che era nel Brasile dal '35 1 ), in quattro anni do– veva aver appreso assai bene il portoghese (e poi, per pronunciare quella così semplice fraise !), e, inoltre, se ne ha la prova palpabile in alcuni documenti da lui scritti in portoghese, per esempio il rap– porto ufficiale sulla scaramuccia col M oring1te, e nelle lettere del '38 e del '39 (alcune serbate nella Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma) alle sorelle di Bento Gonçalves, lettere scritte in un por– toghese, che se non è proprio quello di Oamoens, è ce!tamente migliore dell'italiano che Garibaldi stesso scriveva in quel tempo. Or~, io mi domando invano il perché di quell'aggiunta e della piccola inesattezza che contiene. Credette Garibaldi di rendere più impressionante il racconto, già abba~tanza melodrammatico? In ogni caso è un'altra prova della inferiorità della edizione del '72 rispetto alle precedenti. · L'autografo è stato pubblicato con la norma, certamente lode– vole, di rispettarvi sempre l'ortografia dell'autore, anche quando erronea; modificandovi soltanto, con la scorta di un altro auto– grafo, la punteggiatura, che, in quasi tutti gli scritti di Garibaldi, è semplificata in una serie dli trattini, che danno al discorso un senso di singhiozzo. Ma forse sarebbe stata utile una revisione della onomastica e toponomastica sudamericana, il più d'elle volte sba– gliata, m11,gariponendo la correzione in nota, come si è creduto di fare con il nome del dottor Nannini. È augurabile che i successivi volumi dell'edizione nazionale ven– ga,no fuori rapidamente, in modo da costituire uno strumento di studlio d'inestimabile valore, che forse potrà dare la spinta a più meditati lavori sul grande Italiano. ..._,, GINO DORIA. Questo articolo era già composto, quando una corrispondenza al Corriere della sera annunciava che il sig. Boiteux, studioso brasiliano, ha .scoperto nell'archivio parrocchiale di Laguna l'atto di matrimonio fra Anita ed Emanuele Duarte (30 agosto 1835). La questione è, dunque, risoluta, se non con soddisfazione di tutti, -in maniera definitiva; men- -tre la ca,usa -della beatificazione di Anita, proposta dal Curàtulo, viene ad· essere irreparabilmente compromessa! Occorrerebbe ora, ad evitare altri dubbi, che si riuscisse a scoprire anche il certificato di morte del Duarte. 1) Finora era ignota la data precisa dell'arrivo di Garibaldi a Rio de Janeiro, e si dubitava fra il '35 e il '36. In un libro, di prossima pubblicazione, su La giovi– nezza di Garibaldi, darò i doc11IDentiche stabiliscono la data precisa dell'arrivo a Rio, e altri che mettono a posto la cronologia, assai imbrogliata nelle Memorie, dei precedenti viaggi nel Mediterraneo. BibliotecaGino Bianco

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