Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

S. D'AMICO, Oertezze tempo familiari alla borghesia italiana, e ne fu una delle maggiori vit– time Pio X. Il oliohé di « Papa Bepi ll, quanto corso ha avuto. E nessuno fu invece come lui il Papa del non possumus; nessuno meno di lui fu disposto a « lasciar vivere ll, nel senso .accomodante dell'espressione, né altri né sé. La gente si ferma a certe apparenze; e con un po' Lligala let– teraria si creano le leggende. Pochi scrittori, anche tra quelli più fami– liari per abito di mente e professione di fede con la Verità cattolica, sanno « richiamarsi al fondo sano dell'umanità rimasto incorrotto, alla sua testimonianza e alla sua solidarietà>>. (Uno di questi scrittori, caro al D' Amiè.o, che l'ha capito con felice penetrazione, è il Chesterton, il quale« condivide coi classici la facoltà, oggi la più rara, di ricontemplare nel profondo le verità che credemmo più logore))). Ora, contro l'abuso di tante .spicce interpretazioni, il D'Amico si richiama, per Pio X, prima ·che ad argomenti dottrinali, a, un semplice, suggestivo spettacolo: la messa che il venti d'ogni mese, nelle prime ore, il Oavdinale di Spagna, « l'aristocratico fattosi servo ·del prete paesano, l'ermetico e ieratico Merry de:l Val ll, celebrava fino a pochi anni fa, sulla tomba del suo Pio X, nelle Grotte vaticane. Quando la cerimonia ha termine (dice lo scrittore che, dopo avervi assistito, la descrive con la sua nitidezza, consueta) e si esce nella basilica dove il sole già avventa i suoi fasci, « s.i guarda ai pilastri formidabili, ai marmi politi, alle vòlte eccelse. E si pensa che tutta questa gloria imperiale non sarebbe, se non ci fossero nel sottosuolo· quell~ tombe, e quelle donnette, e quelle preci. Visibile, l'edificio romano; invisibili, le mistiche correnti segrete. -Sopra, il triregno; e sotto, ac– -canto a-1sepolcro del primo Papa, il pescatore, quello del penultimo, il contadino ll. Ma confusioni e alterazioni, come s'è •detto, non fa solo la gente vol– gare ; purtroppo anche pensatori che han nome di cattolici. Il D'Amico è perfettamente conseguente quando chiama anticristiano, nel fondo, un libro di Henri Massis, Défense de l'Oooident, che in questi ultimi anni ha levato grido. La Chiesa non è l'occidente. Il Cristo non può essere as– .servito a una costruzfone di civiltà, alla causa particolare di una civiltà. Dall'occidente, del resto, vengono aJ principio cristiano assalti non meno violenti di quelli che g:li. porta l'oriente. Asiatismo e americanismo, in certe loro forme estreme, arrivano a toccarsi. Ora la Chiesa non sta con l'una contro l'altra parte, ma, tra l'una, e l'altra, nell'interesse di entrambe, difende l'eterno. · Salto le corrispondenze da Lourdes. Belle cose giornalisticamente, e tali da impressionare il pubblico· di lettori cli un« inviato speciale», ma è tema sul quale non si può rivelare più nulla dopo l'Huysmans. Un cenno vuole invece l'articolo sul Rivière. Esso è una conferma, ma per contrasto, della «certezza» deil D'Amico. Quello spirito sottilissimo e tormentato pare metterlo a disagio, ed egli ,si rifugia dietro le quadrate spalle del Claudel, e guarda di lì. Ma il dramma !lel Rivière non fu quello so~o di un'anima messasi in traccia di Dio; né il dibattito famoso tra lui .e 11 poeta dell' Annonoe si limitò a un caso di proselitismo. Il D'Amico a.veva già scritto il .suo articolo quando comparve il libro dello Chaix di straordinario interesse, intitolato De Renan à Jaoq1,1,esRivièr; (ed. Bloud et Gay,_ P~ris). In esso è lumeggiato tutto il dramma spiri– tuale delle generazioni venute dopo il Testament philosophiqu.e e incam- BibliotecaGino Bianco

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