Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

GLI ATOMI E LE STELLE. Ho avuto l'occasione nei giorni scorsi di udir discorrere Sir James Jeans e Lord Rutherford, due alchimisti e negromanti del secolo ven– tesimo. Nei beati tempi degli ordini e -delle fedi certe, cotali sovvertitori delle faticose .credenze umane venivano impiccati o passati al rogo purifi– catore; ma oggi conviene ascoltarli, onorarli e quasi rimettere in mano loro l'avvenire e la direzione pratica del mondo, che i cultori delle scienze morali sembrano talvolta non saper più dominare,. Ma proce– diamo con ordine e lasciamo anche all'uomo qualunque, '.digiuno di scienza e di calcolo sublime, il diritto di raccontare le proprie impres– sioni e, se possibile, di orientarsi un poco. Sir J ames Jeans parla con una sua voce molle e pasto.sa , in.solita in un inglese, ma che finisce col diventar quàsi subito greve e monotona; senza alcun rilievo, senza alcuna punta emotiva, priva quasi della vo– lontà di persuadere . .Snocciolando una litania insistente di cifre verti– ginose, l'illustre as·tronomo, conoscitore delle infinità spaziali, asseriva che l'universo consiste come di un'enorme bolla di sapone che si espande continuamente; nella quale certe nebule, la cui luce impiega circa cen– toquaranta milioni di anni a giungere ,fino a noi, si muovono con una velocità centripeta di duecentomila miglia al secondo. Queste forze cao- .tfohe sono scatenate in uno stato di instabilità che potrebbe risolversi in un annientamento dell'ordine esistente, almeno per quanto riguarda il pianeta sul quale abbiamo l'onore di risiedere. Se si considera che la recente disintegrazione dell'atomo, finalmente raggiunta neo. laboratori dell'univl:lrsità di Cambridge, prometteva e forse ancora promette, di raggiungere un risultato consimile, gli abitanti di questo briciolo di -sabbia che rotea nello spazio con coscienziosa, puntualiM, faranno bene a prendere le precauzioni del caso e a non gingillarsi troppo con certe bazzecole di relativo interesse. . Mi venne in mente a questo punto. (.Sir James continuava a, snoc– ciolar cifre con dozzine di zeri) che Bacone non aveva torto di definire il mondo una bolla: The world's a bubblo, and the life of man is but a span. Mi vennero in mente anche, con un brivido di melanconia, quei due versi che Giovanni, nell:atroce dramma di John Ford, balbetta a.Ua, sorella Annabella per giustificare la lecitezza della loro passione in– cestuosa: The schoolmen teach that all this globe of earth Shall be consumed to ·ashes in a minute. BibliotecaGino Bianco

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