Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
l l centenario dell' << Aiglon » 51 :premmo trovare. tutto il sapore che vi trova l' Aubry: anc6ra una volta si tratta di un termine tecnico per indicare l'esercito opposto ,a, Schwarzenberg. L' Aubry si scandalizza per il fatto che a un certo punto si parlerebbe del« cuore spietato)) di Napoleone. Ma ha letto frettolosamente. Reichstadt parla dell'incendio scoppiato al ballo in <more di Maria Luisa, in cui la cognata di Schwarzenberg trovò la morte,, e dice che « in questa occasione la grandezza d'animo del principe riempì l'imperatore di ammirazione e toccò il suo cuore inaccessibile)) (questo ,è proprio il termine dell'italiano)°. Inaccessi– bile a che cosa? Evidentemente·, all'ammirazione. Lo« spietato>> non c'entra. L'unica cosa piccante è che il Reicbstadt, il quale durante il corso della biografia ha parlato sempre di Napoleone e d'ell'im– peratore, - e una volta, anzi, lo appella « questo eroe», - quando si tratta dei Cento giorni, improvvisamente parla, l'unica volta che nomina anc6ra il padre, di« Buonaparte >>. È il punto di vista delle Potenze alleate, per le quali, colla fuga dall'Elba, l'imperatore aveva cessato di esistere e non c'era più che il generale Buonaparte. Reichstadt quindicenne (rilesse però lo scritto nel '29 e nel '30) non avrà probabilmente fatto altro che seguire il testo, o i testi, su cui redigeva il suo schizzo biografico. Comunque, il punto capitale è che questo schizzo va, considerato unicamente come un esercizio di storia militare. In quanto alla familiarità con Marm:ont, -· che il Rokesch– Osten, l'amico intimo del principe, aveva· giudicato in un primo momento inopportuna, - è lo stesso Rokesch a spiegarcene l'origine e gli scopi. Il duca desiderava di seRtire dalla bocca di uno dei più eminenti marescialli le gesta del padre, e al tempo stesso di farsi conoscere in Francia e di conoscere lo stato degli spiriti colà. V'era in questo dell'opportunismo politico, ed ebbe ragione il Metternich di affermare a questo proposito : « Il duca è molto abile a fare la commedia)) ? Se mai, ciò costituirebbe una somiglianza di lui col padre. Può darsi, del resto, che sul Reicbstadt non fossero rimaste senza effetto reale le spiegazioni che il Marmo'nt dette della sua, condotta nel 1814. E non v'è nulla di più sciocco·, a più di un secolo di distanza, che questo superstite furore bonapartista di lapidazione contro chiunque non abbia seguito Napoleone fino a Sant'Elena inclusivamente, quasi fosse questi un Dio Moloch, a cui tutti do– vessero sacrificarsi. E quasiché, occorre aggiungere, la grandezza dei marescialli di Napoleone fosse stata opera sua esclusiva ed esclu– sivamente altruistica, ed essi non la dovessero in gran. parte a se stessi, o meglio al magnifico slancio dato al popolo francese dalla Rivoluzione; quasiché, infine, Napoleone non fosse altrettanto ob– bligato verso i marescialli quanto i marescialli verso Napoleone. Chiudiamo la parentesi. Nella costruzione che fa il Masson di un figlio di Napoleone «legittimo>>, «Principe)), « absburgbe!-.e» BibliotecaGino l;31anco
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