Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932

16 G. Bandini come Maestro Adamo ripensava, giù nell'arsura infernale, i_ freddi ru– scelletti del Casentino, e di queste immagi1;1is'accresc_e _la mi:1' ~ortura: Vedo sul mio tavolino que' bei volumi, mia sola dehz1a. M1 c1 vorrei immergere e obliare il mondo me stesso, il caldo, le mosche e non lo posso. I Tantali non sono ,solt~nto n.ell'inferno di Virgilio e d'Omero, si trovano dappertutto, anche in via dei Maestri al N. 8. Che ci vuoi fare? in ,altri tempi avrei bestemmiato. Oggi son fatto più quiet?: e sono in: certo se ciò sia cj.ovutoa maggior fortezza, ovvero ad un ammo che batti oggi, batti domani ha fatto il callo e, s'è finalmente piegato per il verso ohe vuole il destino. Ormai nel ballo, o nella ridda ci siamo: l'andar– sene ,sa,rebbe da deboli. Aspettiamo dunque impassibili che venga la morte : la quale convien dire che abbia molto da fare, se anc6ra non è potuta venire da me infelice che tanto la chiamo. Una buona persona m'ha imprestato t Miei ricordi del D'Azeglio, e m'ha usato gran bene perché ieri sera che di quel libro lessi i due primi capitoli, passai un'ora assai bella. Per quel pochissimo che ne ho letto posso dirti che è veramente un bel libro. Leggilo, e son certo ne ritrarrai piacere, forse profitto. Anzi ti consiglio a spendere nove lire e comprar– telo, ehé ti acquisterai un buono ed onesto amico. Oso proportene la lettura, perché tu sai rispettare ed amare anche coloro ~he da ~ discor– dano per opinioni, purché galantuomini. Nella prefazione di questa sua opera il D'Azeglio entra nella ragione del suo mo-do di scrivere e vor– rebbe, e dice-bene, che si scrivesse come si parla. ,S'intende che ciò non può farsi che da coloro che parlano bene, privilegiati della rarissima dote di concepire lucidi e chiari. Il D'Azeglio si attiene a tale principio e la sua locuzione è sì facile, così scorrevole, così limpida che è un incanto. Il suo stile avendo tutta la vivace franchezza del linguaggio parlato seconda la varia armonia dei pensieri, ed entrando in alte que– stioni sociali, politiche, religiose, senz'ombra d'affettazione diventa elo– quente senza bisogno d'aiuti rettorici. A me, leggendo, pareva proprio di sentire la, voce del D'Azeglio che mi parlasse e ne sentivo le infles– sioni ed i tuoni diversi, secondo il discorso, e dicevo a me stesso : o que– sta è l'estrema perfezione dell'arte, oppure è l'uomo che spogliatosi d'ogni pregiudizio dell'arte fa, parlare l'anima sua nuda nuda nella . . . ' ' mamera che è propria a lei, secondo la sua tempra speéiale. Insomma il D'Azeglio senza saper di trecento, senz'aver l'ombra né di Boccaccio né di Fioretti riesce elegantissimo e credo che si possano leggere i ~uoi Ricordi per 24 ore di seguito senza stancarsi. Quel libro è poi oltremodo simpatico perché vi spira una tal leal~à, vi si scorge si chiaro il suo scopo, che è quello del bene, che è impossibile dubitarne . .... Nel seco~do capitolo, ... ~on<;lude, non potere il mondo aver pace finché non regm vera democrazia la; quale dee fondarsi sulle rovine dei d_ueprivilegi,. cioè_-dei due estre~i rappresentati dal dispotismo impe– riale e da,l dispotismo democratico : esempio dell'uno la Russia del– l'altro gli Stati_ Uniti. Tale vera democrazia alla quale egli dice ~ppar– tene~e, fa ~ons1~tere l'eguaglianza nei medesimi effetti della legge su t~tt1,. ognu_no n~et~3:, ~d. è responsabile legale d'ogni ass~iazione, d ogm partito, d ogm md1v1duo. Quanto sarebbe bella una tal forma di BibliotecaGino Bianco

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