Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932

6 G. Ba,ndini si mostrò ritrosa fino all'ultimo, mentre almeno l'Abba, senzà cer– carla, l'ottenne per il riflesso delle grandi cose cui il suo nome e la sua opera artistica erano legati. · . Tale diversità della loro evoluzione psicologica non era sfuggita all'Abba che, il 21 luglio 1902, d?po la lettura_ del ,roID:an~o del Pratesi, n peccato del Dottore, scriveva da Brescia all amico• .... Quel Dottore sei tu in pa,rte, fors'anche quasi in tutto; ma egli è della famiglia de' miei, un cugino se non un fr~tello, sa~~o che _tra quel tuo e il mio del « Prendi moglie>>e del « Crisante» c e la differenza che tra,te e me. Noi formiamo un ohiasso: tu, a vent'anni, eri quel che io sono oggi a più che sessantatré; io a ventiquattro ero ciò che oggi tu verso i sessanta. Te ne ricordi'? A me le atroci ingiurie della vita addoleirono l'anima, e diedero qualche cosa che alloTa nell'anima non era; a te tolsero di quella dolcezza, ti irritarono le fibre, ti fecero sprez– zatore, pessimista. E dimenticasti che il non veder che male è una sven– tura anche maggiore del farlo. Ci penso, sai, ci penso aJ. cambiamento~ quasi allo scambio, avvenuto in noi, ,ecerte volt~ concludo dicendo che è segno di maggior forza in te, certe altre mi pare d'essere io stato il più forte. Ma certo tu fosti dotato di più altp ingegno. Crederai bene che dico in coscienza ! Eppure, nonostante questa evoluzione spirituale operata dal tempo e dal logoramento della vita, anzi, - forse, - appunto a causa di tale evoluzione, il carteggio dei due amici offre una con– tinuità logica e costituisce una entità organica, da non poter essere presentato a frammenti senza pericolo e senza irriverenza: pericolo di indurre in chi legge falso giudizio ed errato apprezzamento ; ir– riverenza per i due valentuomini sorpresi dall'occhio indiscreto nella intimità confidente delle loro espansioni ed esposti ad essere ingiustamente valutati perché presentati sotto una luce deforma- trice 1 ). · In attesa di pubblicare integralmente il carteggio, tenterò in– tanto di offrirne qualche saggio : ma il lettore non creda di poter giudicare l'insieme dal particolare, né si attenda il piacere, che anni della sua esistenza. La epigrafe· di Isidoro Del Lungo, per sessanta anni le– gato al Pratesi da buona amicizia, è una bella sintesi della vita di lU!i.Merita di essere riferita : IN QUESTA OASA - NELLA OAMPESTilE SOLITUDINE' - CONSOLATA DALL'ARTE - CHIUSE GLI ANNI DELLA VITA LABOilIOSA - MARIO PRATESI - OHE NELLA PROSA NARRATIVA E DESCRITTIVA - APPROPRIÒ LE SOHn."TI'E ~'ORME TOSCANE - A OONOETl'I DI LUOE E D'OMBRE SOFFUSI - MA SEMPRE DA PROFONDO SENTIMEN'.l'O ANIMATI ,'- SCRITTORE OlllGINALE E 1PO· TENTE - ANIMA AFFETTUOSA E SDEGNOSA - DA NATURA FORMATO - PIUTTOSTO A MERITARE - OHE A PllOCAOOIAilSI LA FAMA - 1842-1921. 1 ) Ad esempio all'Abba che gli aveva scritto di aver conservato religiosamente tutte le sue lettere, il Pratesi rispondeva il 23 gennaio 1872 che avrebbe preferito le avesse bruciate perché temeva di essere stato talvolta troppo querulo e la– mentoso. BibliotecaGino Bianco

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