Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
Hotel Astoria 93 Il granduca Nicola perde bestemmiando cinquantamila rubli. Il principe Arsenio si stropiccia il naso camuso: - Se avessi an– c6ra mille rubli, oggi potrei vincere una fortuna. 1° gennaio. Si fa luce sul delitto. Sumarokoff Elston, Puri– skiévich, Dimitri Pavlovich. La soprascarpa nera d'el taumaturgo è stata trovata sulla piccola Neva, presso il ponte Petrovski. Non vedo nel delitto quel carattere politico e definitivo che tanti gli attribuiscono. Rivedo il volto di Raspùtin pieno di paura e il delitto mi si veste di romanticismo. Mi sembra una tragedia :fiorentina recitata da attori russi. Naturalmente l'Astoria è pieno di commenti e di d'omande: - Che avverrà domani ? Che avverrà alla riapertura della Duma ? Lebrun risponde, e si ascolta: - Domande ozfose. Una cosa è chiara. Oggi in Russia non ci sono i mezzi per fare una rivolu– zione, né un sol uomo che potrebbe capitanarla. Una grande rivo– luzione popolare appare dunque impossibile; non impossibile, in– vece, un colpo di palazzo. 13 gennaio. Capodanno russo. ,Sono le otto e già l'atrio è pieno di uniformi e di feluche .. Si va a Zarskoie Selo per augurare il buon anno allo Zar. Un cielo bianco, d'enso. Alla stazione ci ven– gono incontro le slitte imperiali. coi grossi cavalli azzimati, con le coperte di pelle di lupo, fulve e grigie. La sala chiara si para a lutto col nero e oro delle uniformi. Lo Zar vestito da generale è piccolo e fragile. Batte rapido le palpebre sugli occhi un po' rossi. Si ferma a salut~re gli Ambasciatori e i ,Ministri, spezza le parole. Offre fa, mano con un gesto meccanico, e la mano trema. Riparte camminando sui tacchi, avanzando a sbalzi come se fosse spinto alle spalle. E alla fine gli occhi, forse perché offesi dalla luce, sono rossi come se avesse pianto a lungo, e i suoi gesti così . rigidi e dolorosi che pensi egli debba gettarsi su un divano, con un singulto, appena stretta l'ultima mano, appena ripassata la porta. I cavalli azzimati indugiano nella discesa. Orsini con quella sua lunga pelliccia comperata d'occasione, corre per le strade, si spinge nei quartieri poveri a cercar notizie. Qualche volta si tira appresso Tebaldii. Appena tornato, racconta sempre qualcosa di nuovo. La città ha fame. Capannelli si formano accanto alle chiese, accanto alla stazione, non si sciolgono ·fino a notte. E a notte arrivano le donne e baciano i loro uomini, singhiozzando. f3ibllotecaGino Bianco
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