Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
Hotel Astoria 87 Non ho mai potuto persuadermi che gli zigani dormissero. Si bussa alla porta delle loro baracche, si grida. Una ventata d'aria fetida spalanca la porta. E poi ·gli accordi d'una chitarra. Le donne giovani e vecchie escono a una a una da un pertugio, con le mani sotto il grembiule, cantano ad una a una._ L'uomo dalla chitarra le comanda con lo sguardo freddo. Le corde sospirano e poi si lamentano. L'uomo sospende un accordo per intascare il danaro che qualcuno gli porge e riprende con un singhiozzo. Ore lunghe. Basilio tiene per mano la principessa Olga. Ascol– tano a occhi chiusi. Adesso gli zigani cantano in· coro con le voci arrochite, piene di paura del sole che ha spento i lumi, che freme nell'acqua, negli alberi. Basilio chiede anc6ra ·una canzone, con ira, con la voce che gli trema, come chiedesse una droga. Nel mio cervello sbiancato dal sole le immagini di quelle donne, le loro voci si sovrappongono. Rimane un volto ·color di terra coi capelli neri unti d'olio, il rimpianto d'un bene perduto, non so quale, una mano sudicia sulle corde della chitarra. So che adesso nella baracca una vecchia rimescola una bro– daglia nera e gli altri, aspettando, ricontano affamati i guadagni. Ma io voglio accompagnarmi a Basilio e rimanergli accanto, sino a sentirlo piangere. Alle isole si vive in un gioco di specchi. Da qualche giorno non si parla che· della Romania. Bisogna persuaderla o forzarla ad entrare in guerra. I romeni passano tra la fo]la a testa alta con un sorriso di protezione. Chi sa per– ché Filipescu è sceso oggi chiuso in una uniforme di ussero nera e oro tutta alamari e decorazioui. Un gran da fare per gli Ambasciatori. Debbono indurre la Russia ad accettare le doma,nde romene. L'Ambasciatore d'Inghil– terra affilato e legnoso non pensa che alla Russia; come per un tic del pensiero ripete che il pericolo è in questa Russia negativa. Ben venga la Romania: .sarà una iniezione in un corpo sfinito. Si risvegliano i suoi istinti di liberale, sembra perda di vista il grande quadro della guerra, si concentra tutto a spiegare l'assurdo del nucleo degli intellettuali, separato nettamente dalla nazione : - L'Hotel Astoria ignora la Russia_. La calvizie dell'Ambasciatore di Francia ride sul volto grasso che· -si contrae e si distende come vuole il monocolo. Parla di pros– sime offensive francesi travolgenti. Parla bene. Parla dei suoi pranzi eleganti, delle informazioni preziose che vi ha raccolto, della granduchessa ,Maria Pavlovna. È soddisfatto delle sue in– formazioni, della bontà d'ella Granduchessa verso di lui, e ancor più dei suoi pranzi. Non c'è dubbio che il malessere cresce. Adesso lo riconosci di ~iblioteca Gino Bianco
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