Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932

A HOTEL ASTORIA. (Pietrogrado 1916-1917). La camera 243 dell'Hotel Astoria., È tappezzata di carta grigia. Un'alcova, mobili coperti di cretonne a fiori: per dodici rubli non è cara. Appena ho chiusa la porta sento· che è una stanza come tutte le altre. Una sosta per ripartire. Tutto mi diviene indifferente e inutile anche il viaggio avventuroso che m'ha portato ·qui dal- 1' Italia. La traversata della ,Manica sopra un rimorchiatore che avan– zava impaurito. Gli ufficiali inglesi che tornavano a Londra in licenza ridevano quando il mare passava bavoso sul ponte. Erano lustri, eleganti. A metà del Canale i rottami d'un brigantino si– lurato. !Mulinavano tavole, seggiole, gavitelli rossi. Poi una scia– luppa sommersa a metà con tre cadaveri ignudi. Un marinaio grinzoso ci distribuiva le cinture di salvataggio. · A Londra, dinanzi al Claridge's Hòtel, tra i fili di luce che, senza arrivare sull'asfalto, piovevano dalle lampade chiuse negli imbuti bucherellati, non trovavo la via della porta. -Mi sentii d'un tratto ,succhiar dalla luce. Annaspai in avanti, mi fermai quasi cieco in mezzo all'atrio. Lampi iridati mi fulminavano da un lampadario di cristallo. Di là dalle vetrate, carne incipriata di donne e sparati bianchi. Labbra che s'aprivano a parlare e mi sembrava strano non sentire alcun suono. La luce mi sommergeva. Il mio pastrano era ancora intriso d'acqua salina. Dalla porta girevole entrava a spicchi l'aria viscida dii Londra, sollevava sul banco del portiere un foglio d'annuncio del Daily Mail con su grandi lettere nere. Al Olaridge's non c'era un letto libero, né in nessun altro al– bergo che il tassi ritrovava a fatica nel labirinto nero del West End. Allora andai a prendere un bagno turco. Dinanzi alla porta passeggiavano piccole donne francesi petulanti. ·Si leggeva appena la scritta rossa: Hamrnarn. L'aria stagnava corrotta. Dopo il bagno m'add'ormentai in una poltrona. BibliotecaGino Bianco

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