Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

LA VOCAZIONE DI RAFFAELLO LAMBRUSORINI. L'inventario spiritlÌale d'Italia nel periodo del Risorgimento è lontano anc6ra dall' essere compiuto. Soprattutto fino alla metà del secolo il fermento delle idee fu assai più vasto e vivo, la ric– chezza e moltiplicità dei tipi individuali· assai maggiore di quanto lascino travedere i soliti compendi storico-politici o storico-lette~ · rari. Abbiamo scoperto il Gioberti degli appunti giovanili, repub– blicano e teocratico, è dei tardi abbozzi rivoluzionari-reiigiosi della Libertà cattolica. Abbiamo imparato a vedere il Manzoni in rap– porti e contrasti diversi da quelli delle scuole letterarie classica e romantica, nel quadro delle controversie politiche e religiose del primo terzo del secolo XIX. Ed ecco, adesso, Raffaello Lambrusèhini. La •sua definizione abi– tuale, fino a un decennio fa, era: « agronomo e pedagogista to– scano)). E veramente il suo primo scritto, pubblicato nell' Antolo– gia del settembre 1826, fu destinato a preparare la fondazione dii quel Giornale Agrario Tosoano, che, cominciato a,d uscire in Firenze sul principio del 1827, lo ebbe tra i suoi più assidui, più autorevoli collaboratori. Colà egli trattò delle varie culture dei terreni e d'ei nuovi arnesi agricoli e dell'allevamento del baco da seta. L'Acca– demia fiorentina dei Georgofili, di cui, alla pari del suo grande amico Gino Capponi, fu membro autorevolissimo, ascoltò da lui molte volte dotte memorie, e lo ebbe presidente verso la fine della vita di lui. Ma, come ha detto il più assiduo studioso odierno del Lambruschini, Angiolo Gàmbaro, colui che aveva cominciato con il coltivare bachi e ne aveva tratto. della buona seta, seguitò colti– vando fanciulli e ne trasse fuori uomini. Promotore dapprima degli asili d'infanzia e delle scuole di reciproco insegnamento, - due cavalli di battaglia del moto riformistico e nazionale italiano avanti il '48, - passò ad opera maggiore e più direttamente personale, aprendo nella propria villa di San Cerbone presso Figline Val– darno un istituto di edlucazione. Il numero limitato di alunni (non furono quasi mai più dii una do2;zina), mentre dava all'isti– tuto un carattere spiccatamente familiare, rendeva possibile quel– l'intensità e raffinatezza di educazione che erano a cuore del Lam- Bibliot~ca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy