Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

LIBRI. ORAZIO FLAcco, Odi ed epòd1,. Introduzione, s,oelta e commento, a cura di ALBERTO MoccHINO,con 17 tavole fuori testo. - Mondadol'i, Milano, 1931. L. 15. ENRICOTuROLLA, Orazio. -'-- Le Monnier, Firenze, 1931. L. 5. Il commento del Mocchino, giunto rapidamente alla seconda edizione Bd adottato oraJI1.ainelle scuole, è tra quelli che, tolte alcune inezie, noi proporremmo come esemplari. Nell'introduzione, nei commenti che pre– cedono o gni ode ed epòdo, nelle note, la ,figura e la poesia d'Orazio sono illustra.te con arte. Ottimo quello_che dice il Mocchino sullo stile d'Ora– zio, stile per nulla accademico e alieno dalla sonorità : o sulla tecnica oraziana nell'ode che raschia via tutto quanto non è sostanziale all'im– magine, fino a render l'ode un'immagine ,<;ola. Un punto ,soprattutto fa onore al commento del Mocchino: dov'egli risolve l'appar,ente diversità tra l'Orazio delle odicine e l'Orazio poeta civile, ,e mostra come il suo atteggiamento nella .vita privata, che il Mocchino chiama stoicismo, si riproduca,, allargandosi, in una visione religiosa e politica. Del lato mitico e civile di quella poesia, sono così riconosciuti il valore ed i lin;i.iti. Il Mocchino dice benissimo che il mito non è mai ornamentale in Orazio, la ovvitas mai vuota predicazione: ma ambedue garantiscono, in _questo mondo o nell'altro, quello stoi– cismo che nelle odi minori ,si rappresenta privato. Cesare è padre, cu– _stode della pace e dell'equità. Contro la matta besUalità dell'avido o del sedizioso, _Orazio predica la propria moral(l di proprietario; canta poi Roma, conservatrice di essa contro la pazzia dei barbari: e :final– mente, passando al mito, canta gli dèi conservatori contro i giganti (ode IV del libro III). Apollo, Diana, le Parche, nota il Mocchino a proposito del carme secolare, esistono a tutela del destino di Roma, che vigila a sua volta sulla stoica integrità del poeta: nella quale soltanto è dunque riposto quel sentimento po(ltico, che noi chiamiamo oraziano. Volendo trovare un difetto nel bel commento del Mocchino, direi ch'egli tende a ricondurre con una certa violenza la poesia d'Orazio a uno schema, simile a quello su cui si svolse la poesia pascoliana. Pare a me ch'egli parta, nel ricostruire la poesia d'Orazio, da alcuni versi dell'ode III del libro II, dove: « a quale scopo, - è detto, - il pino maestoso e il pallido pioppo allacciano le loro ombre ospitali, e l'acqua fatica per scorrere nel rivo tortuoso», se noi renitenti all'invito della BibliotecaGino Bianco

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