Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

SILVIO BENCO. Il migliore esordio per un articolo su Benco, che non fosse ritratto umano ma articolo crj_tico di ricapitolazione. dell'opera dello scrittore, il migliore e,sordio, e tale che quasi sembra impossibile cominciare di– versamente, ce lo ha. dato anni fa Eugenio Montale, che sulla Fiera Letteraria scriveva: « A ,Silvio Benco è toccato, da molti anni, un destino singolare che ha fatto di lui uno scrittore illustre e, al contempo, ap– pena noto alla generazione dei più giovani. Alludiamo alla :.Sorteper la quale, nella rappresentazione letteraria contemporanea, al Benco fu assegnata, di tacito accordo, e certo con piena giustizia, la parte del gentiluomo; e meglio anc6ra si direbbe, - trattandosi di uno scrittore che ha qualcosa di nordico nella formazione, nelle attitudini intellettuali e nel carattere della rigogliosa ma raccolta e di,screta attività, - la parte del gentleman : gentiluomo da natura, come altri è da naturlli alfonso mistico, préaieuse ridiaule e via discorrendo .... J). Il leggero ram– marico di queste parole non viene meno per il riconoscimento venuto al Benco quest' anno dall' Accademia d' Italia; trattandosi di riconosci– mento che appunto conferma e fissa, il Benco nella sua posizione di scrittore illustre senza per questo renderlo meno ignor.ato e meno tra– scurato, nella sua opera, dai giovani. I più ambiziosi dei quali addirit– tura si limitano a salutare in lui quell'ostinata attività di recensore che frutterà loro, all'occasione, e senza sforzi, l'articolo. E se poi abbia i, Benco un ingegno di scrittore, come lo abbia· dimostrato, in quale ton~ e in quali proporzioni, nessuno, tra loro, tra tanti minimi districatori di poesia e non-poesia, s"e mai curato di appurare; quasi non fosse in– quietante la personalità di un «recensore>> che, giornalista per qua– rantanni fin dall'età di sedici anni, conta al suo attivo tre romanzi e due opere storiche. Poeo più che ventenne Benco si dedicava al, romanzo. Certo da am– bizioso giovane che non riusciva a trattenere e far fruttare tutte le proprie forze entro le rime obbligate del giornalismo. La sua vocazione s'era tuttavia determinata da tempo per il giornalismo e nel giorna– li,smo·. Ma qualcosa di più vasto, di più arioso nella sua stessa voca– zione, ossia nel suo ingegno, lo attirava oltre e forse avrebbe potuto trovare il suo corso in un giornalismo per l'appunto più vasto e più arioso, senza 'portarlo a cercare la bontà di un estuario nel romanzo. Comunque sia Benco cercò il romanzo, e tra gli anni 1900 e 1906 ne pub– blicò due, La fiamma fredda e Il castello dei desideri, i quali risen- BibliotecaGino Bianco

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