Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

LETTERA A ITALO BALBO, SUL CORAGGIO E LA PAURA. Delle tante ragioni, caro Balbo, per le quali questo convegno degli «atlantici» d'ogni nazione proprio in Italia e a Roma resterà memora,.. bile, una, che tu non dirai e che nessuno di voi dirà, sopra;sta a tutte le altre: che è il convegno del coraggio nell'ora in cui la paura occupa il mondo e l'impietrisce così che ognuno, vedi, proclama per non morire necessaria l'azione ma non fa un passo; ognuno annuncia imminente lo sfascio dell'Europa e la fine della civiltà e ,sovranità e felicità sua, ma sbarra porte e finestre per non vedere e non udire l'angoscia degli altri; ognuno grida concordia ma cerca l'armi; ognuno tremando ci comanda d'essere impavidi, o sotterrando U suo oro d'essere generosi, o bruciando il grano che gli avanza, d'essere benefici. E continua tu a numerare le altre mattE:lZzee stoltezze dell'ora, ché sei in, luogo da co– glierne più di me. Non dico che il <>oraggio sia tutto di voi a,viatori; ma il vostro sem– bra oggi il più luminoso perché è i1 più nuovo, ed è il più indubitabile perché lassù l'uomo ,è solo, o con due o tre compagni, davanti al suo de– stino nell'indifferente infinità. Solo: questa è la prima forza di chi vola. E quando atterra, anche se una folla di plaudenti lo circonda,, l'aviatore continua per un poco a ,sentirsi solo e volge sugli astanti lo sguardo placi:do e stupito di chi agli altri non ha niente da chie– dere perché ,è abituato a chiedere tutto a se ,stesso, fede, energia, pazienza, resistenza, prudenza, sagacia, audacia, risolutezza, sacrificio. Poi si rimmerge nella compagnia, si gode · l' amicizia, s' abbandona all'amore; ma sempre chi più gli sta vicino e lo stringe, sente che qualcosa di lui resta inafferrabile e sfugge: il ricordo e l'attesa di quando era o tornerà ad essere solo e in alto, senz' altro scampo che nel suo cuore. Non basta. Tr11 gli aviatori tu hai scelto coloro che per avere var– cato l'oceano hanno fatto di quella ,solitudine sul deserto dell'acqua la più lunga e terribile prova, e dei quali nomi e gesta sono fissi nella nostra memoria da quando seguendo sulla carta il loro volo li ve– devamo d'ora in ora sotto il sole e sotto la luna entrar difilati negli archi delle longitudini come in altrettanti archi di trionfo. E siete tutta gente volta al domani, che credete a quanto domani si potrà, cioè si dovrà fare oltre quanto avete fatto ieri. La crisi ? La povertà ? I dubbi '! Ritardi nel decollare: niente altro. Dovessero impedimenti e indugi BibliotecaGino Bianco

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